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Viabilità

Quasi metà degli automobilisti torinesi si perde anche con il navigatore

Una recente indagine di Sara Assicurazioni rivela come il 47% dei conducenti di Torino fatichi a orientarsi, affidandosi spesso a passanti o riprovando con il GPS.

Quasi metà degli automobilisti torinesi si perde anche con il navigatore

Gli abitanti di Torino sembrano avere qualche difficoltà a orientarsi al volante, e non solo quando si affidano alla propria memoria: perfino con il navigatore, quasi la metà di loro si ritrova a perdere la strada. Questo è quanto emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, che ha esaminato le abitudini e le difficoltà dei torinesi durante la guida.

Il dato più significativo parla chiaro: il 47% degli intervistati ammette di sbagliare strada con una certa regolarità, anche se usa dispositivi GPS per orientarsi. Tra le cause indicate si segnalano la scarsa conoscenza delle vie, una segnaletica non sempre chiara e talvolta le condizioni meteorologiche avverse, spiegano i ricercatori. Ma a incidere è anche la crescente dipendenza dalle tecnologie digitali, che spesso rimpiazzano la memoria e il senso dell’orientamento tradizionale.

Quando capita di smarrirsi, i cittadini sotto la Mole adottano varie strategie. Il 39% preferisce chiedere indicazioni direttamente ai passanti, ritenendo questo il metodo più immediato per uscire dal vicolo cieco. Un altro 35% prova a ricalibrare il navigatore per correggere l’errore, mentre il 22% opta per tentare di cavarsela da solo, affidandosi al proprio istinto o a percorsi alternativi.

Le applicazioni di navigazione rappresentano solo una parte delle tecnologie che gli automobilisti vorrebbero integrare nel proprio veicolo: il 55% dei torinesi vorrebbe infatti avere sistemi più avanzati, sia per aumentare la sicurezza alla guida (43%) sia per ricevere avvisi meteo tempestivi.

Secondo la ricerca, l’auto non è più solo un mezzo di trasporto, ma uno spazio personale: il 75% ascolta musica durante i viaggi, il 35% usa il vivavoce per telefonare, e il 16% approfitta dei momenti in auto per riflettere o organizzare i pensieri. Orientarsi resta quindi una preoccupazione che arriva dopo, affrontata con il supporto del navigatore o con il ricorso ai consigli degli altri, nella certezza che prima o poi la strada giusta si trova.

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