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Sanità

Città della Salute lancia l'allarme: "Sangue e plasma in calo, donate prima di partire"

Il picco dell'emergenza è previsto per la seconda metà di agosto

Città della Salute lancia l'allarme: "Sangue e plasma in calo, donate prima di partire"

Donare è un gesto semplice, gratuito e vitale. Ma durante l'estate, secondo la Banca del sangue della Città della Salute, arriva il momento più critico, visto il calo delle donazioni di sangue e plasma, in particolare nella seconda metà di agosto.

L’allarme è chiaro: «È fondamentale andare a donare prima di partire per le ferie», esortano da Fidas Adsp Piemonte. I pazienti cronici continuano ad avere bisogno di trasfusioni regolari, le emergenze estive – complici le serate all’aperto e gli incidenti stradali – non rallentano. Il sangue deve esserci.

A complicare il quadro ci sono anche le sospensioni post-viaggio. Chi soggiorna in Paesi tropicali o aree a rischio, infatti, può dover attendere fino a sei mesi prima di poter tornare a donare. «Un contributo prezioso può arrivare solo prima della partenza» sottolineano da Fidas, ricordando che le ricadute si fanno sentire anche in autunno.

Un’altra emergenza silenziosa riguarda il plasma. «È usato per la produzione di farmaci emoderivati, ma pochi ne conoscono l’importanza», spiega Lorenzo Spaggiari, medico prelevatore e responsabile propaganda di Fidas Adsp. Il problema? È culturale. L’immagine più diffusa della donazione resta legata alla sacca rossa del sangue intero, mentre quella gialla del plasma resta nell’ombra.

Anche il tempo necessario frena: dieci minuti per il sangue, anche 45 per il plasma. Eppure, il prelievo di plasma stressa meno il fisico, perché la parte corpuscolata viene reinserita nel corpo. In più, si può donare più spesso: ogni 14 giorni, contro i 3-6 mesi richiesti per il sangue intero.

Nel periodo estivo, però, il calo tocca anche il plasma, già donato meno rispetto al sangue. Da qui l’appello di Luca Vannelli, presidente di Avis Piemonte: serve coinvolgere i giovani. «Il limite d’età è 65 anni, ma se si è già donatori e in salute si può arrivare a 70. Il vero problema è che la crisi demografica ridurrà i potenziali donatori: servono nuove generazioni consapevoli».

Donare significa anche controllare la propria salute. Ad ogni prelievo vengono eseguite analisi cliniche e ogni anno si riceve un referto completo. In caso di anomalie, il donatore viene avvisato subito.

La donazione in Italia è volontaria e gratuita. «Questo ci permette di garantire un livello qualitativo elevatissimo», ricorda Spaggiari. «Chi dona lo fa per altruismo puro. L’introduzione di un compenso, come avviene altrove, cambierebbe la natura stessa del gesto».

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