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IL PROCESSO
24 Luglio 2025 - 22:16
La requisitoria lunga quasi sei ore, con al centro l’accusa di aver fatto da cerniera tra il crimine organizzato e l’economia legale. Così la Procura di Torino ha chiesto condanne che vanno dai 12 anni e 2 mesi agli 8 anni e 4 mesi di reclusione, per quella che gli inquirenti definiscono una delle ramificazioni della ’Ndrangheta nel Torinese, tra Moncalieri e Carmagnola, e dentro al sindacato Filca-Cisl, oggi costituito parte civile. La richiesta più pesante riguarda Francesco D’Onofrio: 12 anni e 2 mesi. Per l’accusa, sarebbe stato al vertice dell’organizzazione mafiosa in Piemonte. Parole che lui ha respinto anche nel corso dell’udienza, davanti al gup Benedetta Mastri. Dieci anni la pena proposta per Domenico Ceravolo, ex delegato sindacale. A seguire, per Rocco Costa i pm hanno chiesto 8 anni e 4 mesi; per Claudio Russo 8 anni e 10 mesi. Quanto ad Antonio Serratore, già condannato nel processo “Carminius”, i magistrati hanno chiesto un aggravamento della pena di 3 anni e 8 mesi. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione di tipo mafioso, aggravata dall’uso delle armi, a estorsioni (tentate e consumate), ricettazione e detenzione illegale di armi. Capo d’imputazione che, pur con lo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato, ha portato a richieste di pena definite comunque «pesanti». Durante la requisitoria, i pubblici ministeri Mario Bendoni, Marco Sanini e Paolo Toso hanno ripercorso le indagini condotte con il Gico della guardia di finanza, soffermandosi sulla penetrazione della criminalità organizzata in Piemonte e, in particolare, nel settore edilizio, ritenuto snodo economico e strategico.
Le difese – tra cui gli avvocati Cristian Scaramozzino, Massimo Munno, Roberto e Alessandro Lamacchia – interverranno dopo la pausa estiva. In chiusura d’udienza hanno preso la parola le parti civili: tra queste, la Regione Piemonte (rappresentata dall’avvocato Alessandro Mattioda) e il Comune di Carmagnola (avvocato Gian Mario Ramondini). Stralciata, invece, la posizione di Giacomo Lo Surdo, assistito dal legale Domenico Peila, per via della richiesta di patteggiamento.
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