l'editoriale
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26 Luglio 2025 - 20:40
Il dono della parola non gli ha mai fatto difetto, tanto da trasformare l'imprenditoria in storytelling (e nulla più) del cibo a caro prezzo Oscar Farinetti adesso si inventa romanziere, con un libro che "si legge come un thriller" giurano dalla casa editrice Bompiani, in uscita a settembre. Nel frattempo, lui mette "la mano sul fuoco" per l'amico Beppe Sala e il sistema Milano squassato dall'inchiesta giudiziaria.
La mano sul fuoco Farinetti la piazza a La7 (qui sotto potete vedere il video della trasmissione), parlando di "invidia" nei confronti di Milano. E d'altra parte, mica può sparare addosso al povero sindaco Beppe Sala, considerando che quando era Commissario dell'Expo Milano affidò a Eataly di Farinetti i servizi di ristorazione (altamente redditizi) senza alcuna gara d'appalto...
La storia di Farinetti è ben nota a tutti: il visionario che prese "l'ottimismo è il sale della vita" del poeta Tonino Guerra per la sua catena Unieuro che poi rivendette a oltre mezzo miliardo di euro, che poi fondò Eataly (lui che, per sua stessa ammissione, nulla sapeva di cibo ma fu ben guidato dall'amico Carlin Petrini di Slow Food) e provò a farne un impero del mangiare bene, del sostenibile in chiave radical chic e dei prezzi non popolari, contro le multinazionali (finché non cedette l'acqua Lurisia alla Coca Cola).
Ora che Eataly l'ha ceduto (con un bel carico di 200 milioni di euro di debiti e punti vendita che continuano a chiudere), dopo i libri di cucina e tante belle favole a lieto fine (per lui) ci prova con un romanzo, "La regola del silenzio", in libreria dal 9 settembre. Di cosa parla? Di tal Ugo Giramondi, un bambino che dopo la morte del nonno smette di parlare, o meglio parla poco e in maniera "beota". Lo pensano un po' tardo, ma in realtà il suo silenzio lo rende leader del gruppo di amici. Fino a che, tanto tempo dopo, Ugo viene trovato privo di sensi sul luogo di un crimine orrendo, che lo manda in carcere. "Una grande storia sul coraggio e la tenacia necessari per dare vita a una grande impresa" si legge nella sinossi.
Nuova vita, dunque, per un imprenditore più abile a parlare, a coinvolgere che ad amministrare (chiedetelo a chi ha creduto nel progetto Fico a Bologna, un disastro da 180 milioni di euro di buco ma di cui uno a solo a carico suo) e non è un caso che fosse sempre gradito ospite alla Leopolda dell'amico Matteo Renzi: l'ambito Pd, grazie anche alle ascendenze partigiane (il padre Paolo, anche se fu coinvolto e poi prosciolto da una brutta storia di assalto a un portavalori con il furto di paghe destinate agli operai Fiat), gli ha sempre portato bene, come dimostrano i terreni quasi "regalati" dal Comune di Torino, retto da Sergio Chiamparino ai tempi, per realizzare Eataly. Un bando cui partecipò solo lui...
Maitre a penser in salsa radical chic (ci ricordiamo di quando in piena pandemia, suggerì al governo di fare un prelievo forzoso dai conti correnti dagli italiani stile Giuliano Amato nel 1992) vuole "essere ricordato più come scrittore che come imprenditore". Non mancherà qualche compare di circoletto che lo candiderà al Premio Strega 2026 o al Bancarella, vogliamo scommettere? D'altra parte, gli editori ormai vogliono figurine, non scrittori. Speriamo che "La regola del silenzio" prima o poi la segua lui...
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