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Il caso

Il giudice condanna la Città della Salute. La rivincita per i medici e gli infermieri

Nella sentenza, comportamenti antisindacali su visite, ritardi e reperibilità

Il giudice condanna la Città della Salute. La rivincita per i medici e gli infermieri

L'ospedale Regina Margherita

Che sia il nuovo corso del commissario Thomas Schael, o la politica sanitaria precedente, poco importa. Quel che è certo è che il Giudice del Lavoro Silvana Cirvilleri ha ravvisato pesanti comportamenti anti sindacali e ha condannato la Città della Salute. A esultare non solo il sindacato Cimo-Fesmed che ha avviato la causa, ma in generale medici e infermieri che fanno parte degli ospedale della mega struttura sanitaria.

Il giudice ha contestato, con sentenza immediatamente esecutiva, l’overbooking ambulatoriale deciso autonomamente. Cioè, l’azienda ha aumentato le prenotazioni delle visite ambulatoriali senza consultare i sindacati, creando disagi e carichi di lavoro extra. Una decisione che aveva suscitato proteste anche da personale infermieristico e medico non appartenente ad alcun sindacato. Inoltre, secondo il Tribunale del Lavoro, la Città della Salute non ha mai presentato il piano annuale per i turni di pronta disponibilità che invece è obbligatorio per legge e contratti.

La Città della Salute ha poi fermato le attività libero-professionali dei medici (quelle svolte oltre l’orario normale) senza avvisare né contrattare con i sindacati, e non solo il Cimo-Fesmed. «L’azienda non ha poi fornito informazioni necessarie come orari di lavoro, ferie residue, volume delle prestazioni e fondi per attività aggiuntive, impedendo al sindacato di fare il suo lavoro e durante un incontro con i sindacati, ha consegnato in ritardo i dati sui fondi contrattuali, violando gli obblighi previsti dal contratto nazionale».

Insomma, il Tribunale ha accolto le proteste e i malumori di medici e infermieri e di fatto ha condannato la politica decisionista dell’ultimo periodo della Città della Salute, i cui amministratori dovranno scendere a più miti pretese e considerare in modo diverso e dignitoso il lavoro di chi opera negli ospedali. «La sentenza, firmata dalla giudice Silvana Cirvilleri, rappresenta un'importante vittoria per il sindacato e per la dignità della rappresentanza medica», ha commentato il Segretario aziendale, Vladimir Erardi Bacic.

Inoltre, il Tribunale ha condannato l’azienda al pagamento delle spese legali, per un importo di 6600 euro, e ha ordinato la pubblicazione della sentenza all’Albo Pretorio e sulla Intranet aziendale per almeno 30 giorni consecutivi. «Una vittoria netta e inequivocabile che ristabilisce il valore della trasparenza, della legalità e del rispetto dei diritti sindacali - ha spiegato il Cimo in un comunicato -. Continueremo a vigilare affinché simili comportamenti non si ripetano mai più».

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