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L'emergenza
07 Agosto 2025 - 06:12
L’estensione delle zone rosse, la modifica alla legge regionale sulla Casa e un maxi progetto di riqualificazione urbana da quasi 26 milioni. Basterà per Barriera?
L’accoltellamento tra corso Palermo e via Sesia tre giorni fa e pochi giorni prima quello avvenuto in corso Giulio Cesare, lo hanno reso chiaro: Barriera è un paziente malato. Che ha bisogno di cure specifiche. E il “termometro” per il presidente della Circoscrizione 7 Valerio Lomanto sono proprio i suoi residenti: «C’è un coprifuoco naturale che ad una certa ora cala sul quartiere, mi fa sempre colpo», dice. Dalla prime ore della sera, infatti, in strada non c’è più nessuno, perché il rischio è rimanere coivolti in risse o episodi criminali che, quando va male, terminano con l’omicidio.
A più di otto mesi dall’istituzione delle zone a vigilanza rafforzata, riconfermate per altri tre mesi, visti i «buoni risultati», per il prefetto di Torino Donato Cafagna, la situazione tra Barriera e Aurora continua a essere critica. Da gennaio 26mila le persone controllate e 353 quelle allontanate totali. Frutto del lavoro intenso delle forze dell’ordine, che presidiano le aree “calde” della città. Ma l’insicurezza è ancora tanta e i fatti di cronaca continuano a non rassicurare.
La Città nell’ultimo periodo ha avviato un percorso di sicurezza integrata, fatta di riqualificazione urbana, inclusione sociale e prevenzione dei reati, ma «per la prevenzione occorrerebbero più pattuglie. Uno sforzo presentato a questura e prefettura, chiedendo che il Ministero dell’Interno ripiani gli organici delle forze dell’ordine per Torino», ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda.
Del “problema Barriera”, poi, una fetta importante sembra essere costituita dai “non luoghi”, come le piscine Sempione, che nonostante lo sgombero di qualche settimana fa, tornano ad essere ricettacolo di morte per decine e decine di tossici ogni giorno. Ma di edifici abbandonati e desolati ce ne sono tanti in quel segmento della città. In quest’ottica si inserisce il Disegno di legge di riordino annuale della Regione, il cosiddetto “omnibus”, che, tra le altre cose, permetterà l’esproprio di immobili di edilizia sociale per pubblica utilità.
«Dopo la pausa estiva si partirà con una panoramica dei locali interessati dal provvedimento di esproprio insieme al Tribunale. In modo da inserire gli stabili entro il patrimonio di risulta di Atc», assicura l’assessore alla Capa Maurizio Marrone. Interventi utili, ma «bisogna contrastare il caporalato abitativo, ma servono anche servizi», avverte la consigliera regionale Nadia Conticelli (Pd), già presidente della Circoscrizione 6. La sfida sta tutta nel mettere a sistema le singole iniziative. Perché Barriera non ha più tempo da perdere.
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