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Innovazione piemontese
10 Agosto 2025 - 09:00
Il cambiamento climatico non è più solo un problema per esperti e istituzioni. Sempre più spesso, la ricerca scientifica si apre alla partecipazione diretta dei cittadini, trasformandoli da semplici osservatori a protagonisti attivi nella raccolta di dati cruciali per comprendere e affrontare le sfide ambientali. Un esempio virtuoso arriva dalle Alpi, dove un progetto del Politecnico di Torino sta rivoluzionando il modo di studiare il clima urbano.
Il progetto COMMONAIR (COMmon Measurements ONsite in the AlpIne Region) rappresenta una delle più interessanti esperienze di "citizen science" in campo climatico. L'approccio è tanto semplice quanto rivoluzionario: affidare a volontari dei sensori portatili che registrano la temperatura durante le loro normali attività quotidiane. Camminando per andare al lavoro, portando i figli a scuola, facendo la spesa, questi "ricercatori improvvisati" raccolgono dati preziosi che altrimenti richiederebbero costose infrastrutture di monitoraggio.
UN ESPERIMENTO INTERNAZIONALE CHE PUNTA ALLA PARTECIPAZIONE
Le regioni alpine sono tra le più colpite dal riscaldamento globale in Europa. Le città circondate dalle montagne si trovano infatti a fronteggiare una combinazione particolarmente insidiosa di fenomeni: ondate di calore più intense, accumulo di inquinanti atmosferici e sfide crescenti per la salute pubblica.
Come spiega Riccardo Pollo, responsabile scientifico del progetto: «La consapevolezza pubblica delle azioni necessarie in termini di politiche e di comportamenti dei cittadini rimane però bassa». Ed è proprio qui che entra in gioco l'innovazione metodologica di COMMONAIR: coinvolgere direttamente i cittadini non solo nella raccolta dati, ma anche nella comprensione del fenomeno.
Il progetto coinvolge quattro paesi e altrettante città: Torino, Vienna, Zurigo e Grenoble. Ogni gruppo di ricerca ha adottato approcci specifici adattati al contesto locale:
Particolarmente interessante è l'inclusione degli studenti delle Scuole Tecniche San Carlo di Torino e del Liceo valdese di Torre Pellice. Questa scelta non è solo strategica per la raccolta dati, ma ha un valore educativo fondamentale: introduce le nuove generazioni ai metodi della ricerca scientifica e alla consapevolezza ambientale. Gli studenti, infatti, non sono semplici "raccoglitori di dati", ma partecipano attivamente all'interpretazione dei risultati e alla discussione sulle possibili soluzioni.
Uno degli aspetti più innovativi del progetto è la creazione di mappe che combinano dati oggettivi e percezioni soggettive. Non si tratta solo di registrare temperature, ma di capire come i cittadini vivono e percepiscono il calore urbano. Queste "mappe della percezione" potranno indicare non solo dove fa più caldo, ma anche dove il disagio è maggiormente avvertito dalla popolazione, orientando così interventi più mirati ed efficaci.
COMMONAIR rappresenta molto più di un esperimento di monitoraggio climatico. È un esempio di come la scienza possa uscire dai laboratori e dalle università per diventare un'attività condivisa con la società. Questo approccio partecipativo non solo produce dati scientificamente validi, ma contribuisce a formare una cittadinanza più informata e protagonista delle scelte che riguardano il proprio territorio. In un'epoca in cui la fiducia nella scienza è spesso messa in discussione, iniziative come questa dimostrano che la trasparenza e la partecipazione possono essere la chiave per ricostruire un dialogo costruttivo tra ricerca e società.
La sfida sarà mantenere l'equilibrio tra rigore scientifico e accessibilità, tra innovazione tecnologica e inclusività sociale. Ma se i primi risultati del progetto COMMONAIR sono indicativi, il futuro della ricerca climatica potrebbe essere molto più partecipativo di quanto immaginiamo.
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