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REGIONE PIEMONTE

Dipendenza economica: 100mila euro per sostenere le vittime di violenza

Circa 3 donne su 10 non hanno un conto bancario, ma «è solo la punta dell'iceberg»

Dipendenza economica: 100mila euro per sostenere le vittime di violenza

Nuove misure dalla Regione Piemonte nel contrasto alla violenza di genere, con un’attenzione particolare a una forma spesso invisibile: la violenza economica. A darne notizia è la consigliera regionale Nadia Conticelli (Pd), promotrice di una serie di emendamenti al bilancio regionale approvati all’unanimità, che istituiscono una linea di finanziamento dedicata proprio a questo tipo di abuso.

La violenza economica

Ma cosa si intende esattamente?
Si tratta di una serie di comportamenti attuati da un partner intimo per limitare o escludere la libertà finanziaria della donna. Dalla negazione dell’accesso al denaro, al controllo ossessivo delle spese quotidiane, fino all’imposizione di una piccola somma da cui non si può deviare. Una strategia subdola che genera una dipendenza nociva, rendendo spesso impossibile per le vittime interrompere la relazione abusiva.

Il fondo

Il fondo stanziato ammonta a 100mila euro, destinati ad azioni come l’educazione finanziaria, sostegni economici per favorire la fuoriuscita da situazioni familiari violente e agevolazioni fiscali per imprese che assumono donne vittime di abusi. «Questo tipo di violenza - dichiara la consigliera Conticelli - è solo la punta dell’iceberg in un Paese in cui il 37% delle donne non ha un conto corrente autonomo. E la dipendenza economica è tra le prime cause che impediscono alle vittime di uscire da situazioni violente».

In Italia oggi, secondo i dati del Report 2023 di “Di.Re.- Donne in rete contro la violenza”, 3 donne su 10 non sono titolari di un conto bancario e 4 su 10 dipendono economicamente dal proprio partner. I Ma solo il 27% di chi si rivolge ai centri antiviolenza denuncia quella economica. «La violenza di genere - conclude la consigliera - è una delle forme meno visibili ma più pervasive, in grado di ostacolare l’autonomia, la libertà e la dignità delle donne».

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