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La strage silenziosa: in Piemonte 40 morti sul lavoro in sei mesi

Rispetto al 2024 vittime aumentate del 37,9%

La strage silenziosa: in Piemonte 40  morti sul lavoro in sei mesi

La strage silenziosa: in Piemonte 40 morti sul lavoro in sei mesi

Non si ferma la vergogna delle morti sul lavoro in Piemonte. Anzi, peggiora ancora. Lo certificano i dati dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega, che certificano come nel primo semestre di quest’anno (gennaio-giugno) in Piemonte si siano contate ben 40 vittime sul lavoro. Un incremento addirittura del 37,9% rispetto al 2024, quando nello stesso periodo si erano registrate “solo” 29 vittime. Numeri che nel frattempo purtroppo sono già aumentati: solo due giorni fa l’ultimo episodio a Cuorgnè, dove il 74enne Carlantonio Cattarelli è morto schiacciato dall’escavatore che si è ribaltato mentre stava ripulendo un terreno in località Costosa. «Un dato - spiega Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio Vega - che colpisce non solo in termini assoluti, ma anche in rapporto alla popolazione lavorativa. Con un indice di incidenza regionale pari a 15,6 morti per milione di occupati, superiore alla media nazionale di 15,1, il Piemonte passa dalla zona gialla alla zona arancione nella mappatura del rischio elaborata dal nostro Osservatorio». A destare particolare preoccupazione è la crescita degli infortuni mortali in occasione di lavoro che passano da 23 a 29: un aumento del 26,1%. In itinere, cioè gli incidenti mentre ci si reca o si torna dal lavoro, si registrano 11 decessi, rispetto ai 6 del 2024, con una variazione del +83,3%. L’aumento interessa soprattutto la provincia di Torino, che passa da 12 a 21 vittime totali (+75%). ​Secondo la zonizzazione elaborata dall’Osservatorio mestrino, il Piemonte torna in zona arancione dopo un mese in zona gialla, a causa di un rischio di infortunio mortale superiore alla media nazionale: l’indice medio regionale di incidenza degli infortuni mortali in occasione di lavoro è pari a 15,6 per milione di occupati, contro una media nazionale di 15,1. Nella regione il ​Verbano Cusio Ossola è la provincia con il rischio più elevato (44,3), seguita da Cuneo (26,7), Torino (14,6), Novara (12,7), Alessandria (11,5) e Asti (10,8). Biella e Vercelli non registrano decessi nel primo semestre 2025. La provincia di Torino, con 14 decessi, guida invece la classifica del numero di morti, seguita da Cuneo (7), Verbano Cusio Ossola (3), Alessandria e Novara (2), e Asti (1). Particolare attenzione alle fasce d’età più colpite in occasione di lavoro in cui spicca su tutti la fascia d’età 55-64 anni con 14 decessi, seguono i lavoratori tra i 45 e i 54 anni con 6 casi.

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