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Teatro
18 Agosto 2025 - 15:45
Il Teatro Antico di Segesta ha accolto per il terzo anno consecutivo PoEM, l'impresa sociale teatrale guidata da Gabriele Vacis. "Antigone e i suoi fratelli", ultimo atto di una trilogia iniziata con "Prometeo" e "I Sette a Tebe", ha trovato nella cornice siciliana il palcoscenico ideale per interrogare il pubblico sui grandi temi universali della giustizia, del potere e della libertà.
Lo spettacolo, che attinge da Euripide e Sofocle, ha conquistato il pubblico nonostante le condizioni meteorologiche incerte. Ma è stata la dedica della serata a conferire alla rappresentazione un peso emotivo particolare e una dimensione di profonda attualità.
QUANDO IL TEATRO INCONTRA LA STORIA CONTEMPORANEA
«Lo spettacolo di oggi lo vogliamo dedicare a Marah che a vent'anni è morta di fame all'ospedale di Pisa» ha annunciato dal palco Letizia, riferendosi a una giovane palestinese arrivata da Gaza il 14 agosto per ricevere cure mediche. «È morta sul suolo italiano ma è a Gaza che è stata uccisa. Questo spettacolo è per lei e per tutte le vittime di questo genocidio».
Come ha sottolineato il Teatro di Segesta, lo spettacolo «analizza i dilemmi eterni di giustizia, potere e libertà» attraverso domande che attraversano i secoli: «per cosa siamo disposti a morire? e, soprattutto, per cosa vale la pena vivere?». Domande che la storia di Marah e la storia contemporanea rendono drammaticamente concrete.
L'ESPERIMENTO POEM: ARTE E COOPERAZIONE
Dietro al successo artistico si cela un progetto sociale altrettanto ambizioso. PoEM – Potenziali Evocati Multimediali, nasce tre anni e mezzo fa dalla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino come risposta a un mondo teatrale spesso dominato dalla competizione spietata.
«La costruzione di un gruppo, fondato sulla cooperazione invece che sullo sgomitare e pestare piedi, spezza le vene delle mani...», racconta Gabriele Vacis, regista originario di Settimo Torinese. Una filosofia che si traduce in scelte concrete: PoEM ha deciso di non chiedere finanziamenti pubblici, puntando esclusivamente sul proprio lavoro artistico.
La compagnia, composta da una dozzina di giovani attori, utilizza il teatro per destrutturare i classici e affrontare tematiche contemporanee come l'omosessualità e i nuovi modelli familiari, sempre con l'obiettivo di promuovere l'inclusione sociale attraverso la qualità artistica. Il Teatro Stabile di Torino, che ha creduto fin dall'inizio nel progetto, ha inoltre garantito la produzione degli spettacoli per i prossimi due anni.
Con radici nel territorio piemontese ma con uno sguardo che abbraccia le grandi questioni universali, PoEM rappresenta una delle esperienze più significative del teatro italiano contemporaneo, dimostrando che la cooperazione, la passione e l'impegno civile possono trasformare il palcoscenico in un luogo di autentica crescita culturale e umana.
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