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Il caso

La parola dell'esperto sul botulino killer: “Improbabile sia la stessa fonte", ecco come riconoscere l'intossicazione

Botulino, incubazione di 12-36 ore, più rapida con dosi elevate: nel mirino una salsa al guacamole del festival di Monserrato; Di Perri: bollire almeno 30 minuti e diffidare di coperchi bombati

Il Ministero della Salute ritira lotti di polpa di avocado a seguito di una possibile intossicazione da botulino in Sardegna

«Ci vogliono dalle 12 alle 36 ore. Se l’intensità della tossina è molto alta anche poche ore. Perché, in sostanza, più tossina viene ingerita, più rapida è la comparsa dei sintomi. Ma un contatto il 25 luglio con sintomi fino a venti giorni dopo è molto, molto improbabile». È l’infettivologo, professor Giovanni Di Perri, ad aiutarci a chiarire le dinamiche dell’incubazione da batterio del botulino dopo gli ultimi casi che hanno visto complessivamente la morte di quattro persone da inizio agosto. L’untore principale sarebbe una salsa al guacamole utilizzata nel corso del festival enogastronomico tenutosi tra il 22 e il 25 luglio a Monserrato, in provincia di Cagliari. «L'incubazione di solito è tracciabile nei due e tre giorni precedenti. Fa eccezione solo il botulismo infantile che ne può prevedere quasi dieci (e che però riguarda solo i bambini sotto l’anno d’età, ndr)», continua Di Perri. Un allarme che puntualmente viene fuori, secondo l’infettivologo, con casi «legati a conserve artigianali, quando non vengono rispettate determinate regole».

L'infettivologo Giovanni Di Perri

Il botulino infatti cresce senza ossigeno o quasi. «Spesso capita che si facciano bollire degli alimenti anche fino a 100 gradi, ma solo per qualche minuto – spiega Di Perri –. Questo annienta la tossina, ma non il batterio, che può tornare a formarsi. La bollitura è necessaria per almeno trenta minuti», ammonisce.
Inoltre molto spesso il sapore del cibo resta invariato. Sta anche in questo la pericolosità del batterio, che passa così inosservato. La tossina non altera colore, consistenza o gusto del cibo. E l’alimento può sembrare perfettamente buono da consumare, anche se contaminato. Qualche indizio può però essere un coperchio bombato, delle bollicine, o liquido che fuoriesce.


L’altro elemento atipico dei casi di intossicazione in Sardegna sono le cause di morte. Una di queste è la polmonite emorragica: «Non c’entra nulla. Spesso chi viene intossicato accusa la paralisi dei nervi cranici, e rischia di morire per paralisi del sistema respiratorio, ma la polmonite non c’entra», commenta Di Perri, confermando anche il parere di chi ha effettuato l’autopsia. «Poi è vero che oggi quando una persona muore molto spesso era affetta da diverse patologie», aggiunge. E quindi il botulino potrebbe essere una concausa potenziale.
«C’è infine il fatto che non esista una sierologia perfetta, un test standard per parlare di “morte da botulino”», conclude.

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