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Il caso

Dal calo dei matrimoni ai club libertini: così il Piemonte riscrive le relazioni

Dati in crescita per i divorzi, nozze sempre più tardive e un boom di locali per scambisti under 35

Dal calo dei matrimoni ai club libertini: così il Piemonte riscrive le relazioni

Il Piemonte si conferma tra le regioni italiane con i più alti tassi di divorzi. Secondo gli ultimi dati Ires, la regione si colloca al quarto posto a livello nazionale, con 6,9 scioglimenti ogni mille coppie coniugate, subito dietro Sardegna, Valle d’Aosta e Liguria. Un primato che fotografa i cambiamenti in atto nella società: il matrimonio, sempre più spesso celebrato in rito civile (nel 2024 circa il 60% delle nozze), non rappresenta più un vincolo indissolubile ma una scelta soggetta a revisione.

Le riforme legislative degli ultimi dieci anni, come la legge sul divorzio breve, hanno certamente favorito la possibilità di sciogliere più rapidamente un’unione, ma a incidere sono anche fattori culturali ed economici. Oggi oltre il 61% degli italiani under 35 vive ancora con i genitori, complice la precarietà lavorativa, e le nozze vengono rinviate a età più mature: a Torino, la fascia più rappresentata è quella tra i 28 e i 37 anni, mentre i matrimoni tra 18 e 27 anni non superano le 65 celebrazioni in un anno. In crescita, invece, le unioni tra over 60 e perfino over 68.

Non solo: nel capoluogo piemontese i matrimoni sono calati sensibilmente, passando dai 1856 del 2014 ai 1436 del 2024. Parallelamente aumentano anche le unioni civili, che in Piemonte raggiungono un tasso di 6,9 per 100mila residenti, con una leggera prevalenza di coppie maschili (58%). Quanto alle separazioni, quasi la metà avviene in via consensuale, segno che la fine di un matrimonio tende sempre più a essere gestita in modo pragmatico. Interessante il dato sull’età: i divorzi che coinvolgono coniugi over 60 sono passati dal 13,7% del 2015 al 22% del 2023, a conferma che la ridefinizione delle relazioni riguarda anche generazioni più mature.

In questo contesto di cambiamento dei legami affettivi e sociali, il Piemonte si distingue anche per un altro fenomeno: la vivacità della scena libertina. La regione è infatti uno dei principali poli italiani per lo scambismo giovanile, come racconta Walter Amerio, proprietario del club privato Hollywood. «Il Piemonte è la terza regione italiana per scambisti under 35» spiega Amerio, sottolineando come il pubblico provenga spesso da fuori regione.

Il gestore del locale traccia però un quadro critico della città: «A Torino la gente soffre di poche risorse economiche e spesso si chiude in casa. Qui sono abituati a voler tutto gratis, a locali fatiscenti che li accolgono pur di avere gente. Il problema non riguarda solo il nostro settore: l’intrattenimento in generale vive un momento economico morto». Eppure, nonostante la congiuntura difficile, la domanda di spazi di libertà e sperimentazione non sembra calare. I club libertini restano frequentati e si rinnovano con un ricambio costante di persone. Un segnale che, accanto alla crisi del matrimonio tradizionale, emergono anche nuove forme di socialità e di relazione, spesso lontane dai modelli convenzionali.

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