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Curiosità

Torino, la capitale dimenticata della moda italiana

Tra eleganza, artigianato e grandi marchi, il Capoluogo che ha gettato le basi della moda che oggi conosciamo

Torino, la capitale dimenticata della moda italiana

Padiglione della moda, 1911 - Torino

Torino non è solo famosa per i suoi monumenti e la cucina, ma è stata anche culla di innovazioni destinate a lasciare il segno nel mondo. Basti pensare al tramezzino, al vermouth – ingrediente di celebri cocktail – o al gelato da passeggio: creazioni nate nel capoluogo piemontese che hanno conquistato tutta l’Italia e non solo.

Alcune di queste invenzioni sono note a tutti, altre invece meno conosciute. Ad esempio, pochi sanno che la moda italiana ha mosso i primi passi proprio a Torino.

L’evento che cambiò il costume

Il 31 marzo 1911, verso le sette di sera, una donna torinese indossò per la prima volta un paio di pantaloni femminili nel cuore della città. Si trattava di “jupes-culottes”, modello lanciato dallo stilista parigino Paul Poiret in occasione dell’esposizione torinese di quell’anno. Le cronache raccontano che la visione della donna in pantaloni suscitò clamore e commenti ironici: per sfuggire all’attenzione indesiderata, la signora dovette rifugiarsi per ore in un negozio del centro e uscire solo dalla porta posteriore.

L’industria della moda a Torino

Già dalla fine dell’Ottocento, Torino stava sviluppando un fiorente settore tessile e sartoriale, che trovò grande visibilità durante l’Expo del 1911 con il lussuoso Padiglione della Moda. Nel 1935 nacque a Torino l’Ente Nazionale della Moda, mentre nel 1950 venne inaugurato il Samia, primo salone della moda italiana, che ebbe enorme successo fino alla sua chiusura nel 1977.

Per gran parte del Novecento, Torino fu una delle capitali europee della moda, seconda solo a Parigi. La sua forza non stava tanto nell’originalità dei modelli, ma nella perfezione artigianale: una sartorialità di alto livello che conquistava una clientela prestigiosa in tutta Italia.

Il boom industriale

Negli anni ’60, il Gruppo Finanziario Tessile (GFT) trasformò l’industria della moda torinese da artigianale a industriale. Nei vent’anni successivi, Torino divenne centro di produzione e distribuzione per grandi nomi della moda come Valentino, Armani, Dior e Ungaro. Il GFT raggiunse numeri impressionanti: 8.000 dipendenti, 35 società, 18 stabilimenti (di cui 5 all’estero) e marchi come Marus, Facis e Cori. Un vero gioiello del Made in Torino.

Il passaggio a Milano

Negli anni ’90, la leadership torinese nel settore iniziò a declinare, lasciando spazio a Milano, che con la sua Fashion Week e le nuove aziende divenne la nuova capitale della moda italiana.

Nonostante questo, Torino resta storicamente la città che ha creduto per prima nella moda, investendo energie e risorse per trasformarla in un’industria di successo. Oggi possiamo dire con certezza che le radici della moda italiana affondano nel capoluogo piemontese.

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