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Il congedo

«Auf wiedersehen Schael», ora sulla graticola è Riboldi

Le opposizioni sulla nomina voluta dall’assessore alla Sanità ad aprile

Schael è arrivato al capolinea, Riboldi cala l'asso dalla manica e lo caccia

Riboldi e Schael

Da ieri è ufficiale: il commissario se ne va. Thomas Schael, «l’uomo del fare», come soleva lui stesso definirsi, dopo i silenzi degli ultimi mesi, e la condanna del Tar per condotta antisindacale, è stato licenziato. Al suo posto il cuneese già direttore dell’ospedale di Cuneo Livio Tranchida.
«Un elefante in una cristalleria», avevano detto alcune voci dell’opposizione alla luce dei rapporti gelidi sia con i sindacati che con i vertici della Regione, e in particolare con l’assessore alla Sanità Federico Riboldi che ne aveva visto la figura in grado di ridare struttura al “gigante dai piedi di argilla” di città della Salute.
Un mandato breve, forse lastricato di buone intenzioni, ma che ha pur sempre portato Schael diritto all’inferno.
E ora sono in tanti a chiedere che Riboldi risponda politicamente della condotta di Schael e dell’incertezza che negli ultimi mesi ha regnato sovrana in quello che è il più grande polo sanitario e ospedaliero del Piemonte e uno dei principali in Italia ed Europa. In un momento assai delicato: dove la Sanità reginale si gioca, sia con il Piano socio-sanitario che con le ambiziose iniziative edilizie (che include ben sette nuovi poli ospedalieri, tra cui proprio quello di Cuneo, indirizzato da Tranchida).

Le opposizioni
Il divorzio Schael-Riboldi, nell’aria da un po’ di tempo, è da mesi una delle migliori cartucce dell’opposizione. «Stendiamo un velo pietoso sulle nomine, che non dovrebbero mai seguire logiche partitiche o spartitorie, ma seguire merito, competenze e capacità. Una nomina di appena 5 mesi fa - voluta a tutti i costi dal Centrodestra - che si è rivelata problematica e che ha portato addirittura dall’apertura di un contenzioso. La totale incapacità della Giunta Cirio di amministrare la principale azienda sanitaria piemontese è sotto gli occhi di tutti. Chiederemo subito un’informativa all’assessore sul tema», tuonano i 5S in Regione.
Sono anche Avs e Partito Democratico a rivendicare la responsabilità della nomina all’assessore Riboldi. «La sanità piemontese non si può governare con arroganza. È doveroso chiedere conto di questo cambio». Così il consigliere regionale e segretario del Pd, Domenico Rossi, e il vicepresidente della commissione sanità, Daniele Valle, che ammoniscono: «si evitino pasticci per il futuro». Dal canto suo Riboldi non si tira indietro. Tutt’altro: «Riferirò volentieri alla prima occasione utile in Consiglio», promette. Nel frattempo Schael fa le sue - figurate e non - valigie.

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