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il dramma

Suicida dopo il rifiuto di una ragazza. E nella casa di Mirafiori c'era un bazooka

Cosa emerge dalla tragedia di Francesco Saccheggiani, che si è tolto la vita a 28 anni in un alloggio di via Farinelli

A sinistra, Francesco Saccheggiani. A destra, il blitz a Mirafiori

A sinistra, Francesco Saccheggiani. A destra, il blitz a Mirafiori

Un rifiuto da una ragazza. E una difficoltà ad accettarsi come persona. Senza lavoro, senza amici tranne quelli del gruppo storico di cui faceva parte. Lui, che di storia era appassionato al punto da collezionare numerose armi. Persino un bazooka. Sono i retroscena che emergono dal dramma di Francesco Saccheggiani, 28enne di Mirafiori che domenica si è suicidato sparandosi col fucile in via Farinelli. Dopo avere tenuto in apprensione un isolato intero del quartiere, invaso da carabinieri in tenuta antisommossa, pompieri e 118.

Il rifiuto della donna
Aveva preso un “due di picche”, Francesco Saccheggiani. Una ragazza lo aveva rifiutato e forse questo episodio per lui, che pare soffrisse da anni di depressione anche a causa della mancanza del lavoro, era troppo. Del fatto, il “no” preso da una donna, Francesco ne aveva parlato con la madre. Al telefono perché la mamma e il papà non erano a Torino nel giorno della tragedia, ma si trovavano a Roma. Una telefonata turbolenta, quella tra Francesco Saccheggiani e la madre. Poi, dopo aver messo giù il telefono, il 28enne ha imbracciato un fucile a pompa. E ha rivolto l’arma verso di sé, premendo il grilletto. Prima di farla finita, Francesco aveva urlato qualcosa. Le sue ultime parole, un grido che era stato sentito dai vicini. Via Farinelli, intanto, si era trasformata in uno scenario quasi di guerra. Sul posto erano infatti intervenute le aliquote Api dei carabinieri, in tenuta antisommossa, per fare irruzione. L’area era stata nastrata e c’erano anche pompieri e ambulanze. Ma quando l’irruzione c’è stata, il giovane era già morto.

Un bazooka in casa
Armi. Tantissime armi, tra cui pistole, fucili e anche un bazooka. Non riposte con cura sulle mensole ma sparse in tutto l’alloggio. Le deteneva Francesco Saccheggiani, che di armi era un collezionista. Molte erano regolarmente detenute, ma qualcuna invece non era mai stata denunciata. Da chiarire se il 28enne, che era incensurato, si sia sparato con un’arma regolarmente detenuta oppure no. Francesco Saccheggiani era membro del “Gruppo storico Pietro Micca” e si ritrovava con altri appassionati di storia in eventi dove vestiva uniformi d'epoca, maneggiava antiche armi e impersonava la vita dei soldati. «Addio Francesco, amico di tante avventure», il cordoglio dell’Associazione Amici del Museo Pietro Micca.

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