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La guerra per l'Eredità
08 Settembre 2025 - 20:00
«John sa che non può essere assolto» ecco perché cerca la scorciatoia della messa alla prova. La risposta di Margherita Agnelli alla nota della Procura, sulla chiusura indagini della cosiddetta Eredità Agnelli, non si è fatta aspettare troppo. «Tali iniziative comportano, nella sostanza - scrive l’avvocato Dario Trevisan, riguardo il parere favorevole della Procura per la messa alla prova di Elkann e il patteggiamento del commercialista Ferrero -, una inequivocabile ammissione di responsabilità e acquiescenza rispetto ai fatti contestati, evidentemente nella consapevolezza di John Elkann e di Gianluca Ferrero dell’insussistenza dei presupposti per ottenere una sentenza assolutoria».
Secondo i legali di Margherita Agnelli «i giudici del procedimento civile di Torino, in particolare, acquisiscono oggi un’ulteriore e inequivoca conferma non solo dell’esistenza del piano fraudolento ideato ed attuato ai danni di Margherita Agnelli sin da dopo la morte del padre, ma anche del fatto che Marella Caracciolo avesse la propria residenza effettiva in Italia e che la sua eredità debba essere regolata dalle leggi successorie, oltreché fiscali, italiane».
Il riferimento è alla causa in sede civile, sempre pendente a Torino, con cui Margherita cerca di invalidare anche il patto successorio da lei stessa firmato, nel 2003, con la rinuncia alla gran parte dei beni di suo padre Gianni Agnelli, in cambio di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro. Secondo Margherita, le fu nascosta la reale entità del patrimonio paterno (una parte sarebbe quel miliardo transitato, secondo la Procura, in due trust alle Isole Vergini Britanniche e con la gestione di una fiduciaria lussemburghese). Ma, soprattutto, sarebbero rimasti tagliati fuori dall’eredità di Marella Agnelli (deceduta nel 2019) oltre a lei anche gli altri cinque figli avuti dal secondo matrimonio.
Lo scopo di questa lunga battaglia legale, ricordano, è ottenere «un equo trattamento di tutti i figli di Margherita Agnelli e a determinare la modifica radicale degli assetti proprietari della Dicembre» ossia la società semplice che consente il controllo dell’intero impero ex Fiat, da Exor fino a Stellantis, Ferrari e Juve. «Proprio in relazione alla Dicembre - dice l’avvocato Trevisan -, in sede civile assumeranno rilievo anche gli elementi acquisiti dalla Polizia Giudiziaria in ordine alle gravi anomalie delle presunte scritture con le quali Marella Caracciolo avrebbe ceduto a titolo oneroso ai nipoti Elkann le proprie partecipazioni di tale società (i cui originali non sono mai stati ritrovati, né ad oggi esibiti in alcuna sede)». Ossia firme considerate sospette dalla Procura. Ma, almeno per il penale, se il Gip confermerà la richiesta dei pm, e se il percorso ai servizi sociali (dove? alla “sua” Fondazione Agnelli?) di Elkann procedesse regolarmente, l’azione penale si estinguerà.
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