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Economia & Famiglie
10 Settembre 2025 - 12:50
I sussidi energetici hanno rappresentato un argine fondamentale contro la fiammata dei prezzi dell’energia, in particolare nel 2022, l’anno del picco. Lo evidenzia l’Istat in un focus allegato alla Nota sull’andamento dell’economia italiana, sottolineando che i bonus sociali hanno ridotto l’incidenza della povertà energetica. Tuttavia, resta irrisolto un nodo cruciale: molte famiglie vulnerabili non sono state raggiunte dagli aiuti.
Secondo i dati riportati dall’agenzia GEA, nel biennio 2021-2022 la quota di famiglie in povertà energetica è passata dal 47,3% al 56% prima dell’erogazione dei sussidi, a dimostrazione della forte pressione delle bollette. Grazie ai bonus, l’incidenza è scesa al 38,8% nel 2022, inferiore persino al 41,2% registrato l’anno precedente. Un risultato che conferma l’efficacia degli interventi pubblici.
Il quadro, però, cambia rapidamente negli anni successivi. Già nel 2021, oltre sei famiglie su dieci in povertà energetica non avevano ricevuto i bonus, mentre solo il 13,5% era riuscito a uscirne grazie agli aiuti. La situazione migliora nel 2022, con una riduzione al 39,1% della quota non raggiunta dai sussidi e con il 38,5% dei beneficiari che ha visto un effettivo miglioramento. Ma dal 2023 la capacità dei sussidi di incidere si affievolisce: quasi un terzo delle famiglie che ricevevano il bonus restava comunque in povertà energetica.
Nel 2024, la fotografia è ancora più critica: più della metà delle famiglie vulnerabili non ha ricevuto alcun sostegno, e tra quelle raggiunte, il 52,6% continua a rimanere in difficoltà nonostante il beneficio in bolletta.
Istat individua due ragioni principali dietro questa esclusione. Da un lato, l’accesso automatico ai bonus è vincolato alla presentazione di un’attestazione Isee, che non tutte le famiglie provvedono a richiedere. Dall’altro, i requisiti per ottenere gli aiuti non coincidono con i parametri utilizzati per calcolare la povertà energetica, basati invece su redditi e consumi effettivi.
Il risultato è una discrasia che lascia fuori una parte significativa delle famiglie più vulnerabili, quelle che più soffrono l’aumento delle bollette. Una dinamica che mette in discussione la capacità delle misure di welfare di centrare pienamente l’obiettivo, soprattutto in una fase in cui i rincari energetici restano un fattore di rischio per l’economia e il tessuto sociale del Paese.
A conti fatti, nel 2024, la povertà energetica è stata ridotta di di 1,6 punti percentuali (dal 10,8% al 9,2%), mentre nel 2023, l'11,6% delle famiglie era in condizioni di povertà energetica prima dei sussidi e si è ridotta al 9,2% dopo i sussidi (-2,4%). Nel 2021, si stima che l'11,2% delle famiglie in Italia fosse in condizioni di povertà energetica prima dell'erogazione dei bonus sociali. Questa percentuale è diminuita al 9,8% dopo aver ricevuto i bonus (-1,4 punti percentuali). L'impatto dei bonus sulla povertà energetica ha raggiunto il picco nel 2022: con l'incremento dei prezzi dell'energia, la percentuale di famiglie in condizioni di povertà energetica prima dei sussidi è aumentata al 13,8%.
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