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Il caso

«Si masturbava sul balcone» finisce a processo per stalking

Le prime denunce erano state archiviate. Ma una delle ultime ha dato il via alle indagini che hanno portato al rinvio a giudizio

«Si masturbava sul balcone» finisce a processo per stalking

Ogni volta che tornava a casa, per i vicini era un incubo. A raccontarlo è una donna residente nello stesso stabile, che ieri – 15 settembre – ha testimoniato al processo per stalking in corso al tribunale di Torino contro un uomo accusato di aver preso di mira più volte chi abitava accanto a lui. «Insultava me e mio figlio – ha detto in aula – urlando. Diceva che sono una p*****a e che lui è il mio pappone. Ci minacciava, gridando che ci avrebbe tagliato la testa». I fatti risalgono agli anni scorsi e sono documentati in diverse querele presentate dalla stessa donna, assistita dagli avvocati Katia e Mirko Ventura. Le prime denunce erano state archiviate. Ma una delle ultime ha dato il via alle indagini che hanno portato al rinvio a giudizio. Durante l’udienza, è intervenuto anche il figlio della donna: «Per colpa sua – ha raccontato – sono andato a vivere da mia nonna. Quando tornava, suonava al citofono, urlava, offendeva mia madre e mia sorella. Se lo incontro per le scale, non lo saluto neanche: non sa comportarsi da persona civile. Mi ha minacciato più volte». Un’altra residente avrebbe riferito di averlo visto più volte sul balcone in atteggiamenti osceni. «Una vicina mi ha detto di averlo visto masturbarsi – ha aggiunto la prima testimone – Lo si vede anche in un filmato che abbiamo consegnato alla polizia giudiziaria». L’uomo, che lavora a Caselle Torinese, è difeso dall’avvocata Elisabetta Alessandro. Respinge ogni accusa. Il processo continuerà nei prossimi mesi. Al termine del dibattimento, il giudice Paolo Gallo emetterà la sentenza di primo grado.

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