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Angelus per Mirafiori
28 Settembre 2025 - 14:22
C’è una immagine che vale una stagione: John Elkann in Vaticano - forse in cerca di una benedizione per l'udienza di domani, lunedì 29 settembre, nella causa civile che lo oppone a sua madre Margherita? - udienza privata, moglie al fianco, e un regalo al Pontefice che più simbolico non si può — un modellino di Ferrari SF90 XX e un volante di Charles Leclerc usato in gara. Segni dei tempi: quando la rossa zoppica, si cerca in alto. Molto in alto. L’incontro, avvenuto venerdì 26 settembre, è stato presentato come “occasione di reciproca conoscenza”; i doni sono documentati (e pure twittati) dalle cronache motoristiche.
Ironia della sorte, la benedizione sembra servire più a Maranello che ad Assisi. La stagione 2025 della SF-25 non è stata un’epifania: a Imola Ferrari ha toccato un minimo in qualifica, e tra errori al muretto, gomme capricciose e aggiornamenti che non ribaltano il tavolo, la rincorsa resta un rosario di “work in progress”. Se la stampa specializzata parla di sospensioni e sviluppo intrappolato, la sostanza è che Hamilton e Leclerc, a Baku, hanno annaspato in zona punti. Miracoli, al momento, non pervenuti.
E mentre il presidente di Ferrari e Stellantis stringe mani e consegna cimeli, gli operai fanno i conti con l’altra metà del cielo industriale: lo scorso 6 giugno è arrivato l’accordo con i sindacati - 6,6% di aumenti nel biennio 2025-2026, con tranche 3,7% ora, +2% a gennaio 2026, +0,8% a novembre 2026, e due una tantum da 240 euro. Un paracadute che tampona l’inflazione, ma non spiega da solo il futuro degli stabilimenti.
Perché, in parallelo, corre la trafila degli “esodi volontari”: 500 uscite a Melfi annunciate già a maggio, piano esteso a giugno fino a sfiorare 2.500 riduzioni sul 2025, con impatto in diversi siti, da Cassino ad Atessa passando per Mirafiori, dove rimane il contratto di solidarietà per 2.300 dipendenti, ma si fanno i conti anche con i 610 esodi volontari nei vari stabilimenti piemontesi. Il management parla di riorganizzazione nell’era della transizione; i sindacati fiutano un disimpegno strutturale dal Paese e non si fidano troppo della nuova Fiat 500 Ibrida “Torino”, presentata al Salone dell'Auto. Qui, altro che model-car: servono modelli industriali.
Morale: un volante in dono al Papa fa titolo; un volante saldo in fabbrica fa Pil (e dignità). Se Maranello cerca la grazia, Torino pretende la strategia. E se proprio si deve ricorrere alle benedizioni, che almeno siano accompagnate da piani di prodotto, investimenti e catene di fornitura che non scarichino i costi sui soliti devoti. Il resto è liturgia.
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