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il colloquio

Eredità Agnelli, Moncalvo: «Margherita adesso può vincere. E se Edoardo fosse vivo... »

Il giornalista e scrittore, uno dei massimi esperti di "Casa Agnelli", afferma: «Quel testamento cambia tutto»

Gianni Agnelli con il figlio Edoardo. Nel tondino, Gigi Moncalvo

Gianni Agnelli con il figlio Edoardo. Nel tondino, Gigi Moncalvo

Un assist per Margherita. Che adesso ha in mano, forse, la carta per ribaltare tutta la contesa. Dopo la rivelazione, l’altro ieri in aula a Torino durante il processo civile, del testamento in cui l’Avvocato Agnelli nel gennaio 1998 lasciava «a modifica di altre disposizioni precedenti» il 25% della società “Dicembre” al figlio Edoardo, davvero può aprirsi un nuovo scenario nella guerra per la successione. A sostenerlo è uno dei massimi esperti di “Casa Agnelli”, Gigi Moncalvo, giornalista e scrittore (autore dei libri “I lupi & gli Agnelli” e “Agnelli coltelli”) che commenta così il colpo di scena avvenuto in tribunale a Torino, con la presentazione del testamento olografo di Gianni Agnelli che ribalta la “lettera di Monaco” del 1996 nella quale il 25% della cassaforte del Gruppo sarebbe dovuta passare a John Elkann: «Per Margherita adesso si apre un portone, può finalmente dimostrare - sostiene Moncalvo - che è sempre stata tenuta all’oscuro della verità. E’ stata raggirata, nel vero senso della parola».

Ricapitolando, l’altro ieri nell’aula 65 del Palagiustizia, i legali della figlia dell’Avvocato hanno consegnato ai giudici, nel corso dell’udienza della causa civile che oppone Margherita ai figli John, Lapo e Ginevra, il documento finora tenuto segreto. Un testo che però, secondo i legali degli Elkann «non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né sulla successione Caracciolo e quindi sull’assetto proprietario della società “Dicembre”». Per Moncalvo, invece, le cose adesso possono cambiare davvero. «E John Elkann - aggiunge - dell’esistenza di quel testamento era perfettamente al corrente. Dunque, come si dice in questi casi, “non poteva non sapere”».

Edoardo Agnelli, quindi, nel 1998 era stato designato “erede”. Proprio da quel padre che con lui aveva un rapporto turbolento. Il rampollo di “Casa Agnelli” venne ritrovato morto il 15 novembre 2000, due anni e mezzo dopo quella scrittura del papà spuntata l’altro ieri in aula, sotto il ponte di Fossano. Ma a questo punto, sorge un interrogativo: «Se Edoardo - così Moncalvo - avesse saputo che il papà, nonostante tutto, gli avrebbe lasciato il 25% della cassaforte, oggi sarebbe ancora vivo? Io non lo escludo questa possibilità». Anche perché Edoardo, formalmente, alle quote non ha mai rinunciato. «Non c’è un documento - conclude - che certifica la sua rinuncia».

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