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il caso

Ospedali sotto attacco: tre aggressioni in una settimana a medici e infermieri

Gli episodi al Mauriziano, al Gradenigo e a Ciriè. Tre persone sono state arrestate dai carabinieri

L'ospedale Mauriziano

L'ospedale Mauriziano

Tre aggressioni in tre ospedali diversi del Torinese, ai danni di medici e infermieri, e altrettanti arresti da parte dei carabinieri. Il primo episodio si è verificato domenica 28 settembre al Mauriziano, dov'è stato arrestato in flagranza di reato un 27enne del Gambia, responsabile di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, dopo aver aggredito il personale sanitario e i carabinieri all’interno del pronto soccorso. Lo straniero era stato soccorso dal 118 in via Sacchi per un probabile abuso di alcol. Durante il trasporto ha aggredito un volontario della Croce rossa e, una volta al pronto soccorso, ha preso a calci il pacco-batteria di una sedia portantina. All’arrivo dei carabinieri del Radiomobile, ha continuato l’aggressione prima di essere bloccato e condotto alle Vallette.

L’episodio del Mauriziano segue un caso simile avvenuto lo scorso 22 settembre al Gradenigo, quando un 51enne italiano senza fissa dimora aveva minacciato un’infermiera con una bombola d’ossigeno e danneggiato un muro di cartongesso, probabilmente per il rifiuto di somministrargli il metadone. Infine sette persone tra medici, infermieri e personale sanitario sono stati aggrediti nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 30 settembre, al pronto soccorso di Ciriè. A denunciare il caso sono il Nursind e l'Anaao-Assomed Piemonte. Un uomo di 51 anni, italiano, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Venaria. Gli aggrediti hanno riportato danni fisici e prognosi di più giorni. «Ci troviamo a denunciare l'ennesimo grave episodio a dimostrazione che ciò che è stato fatto non è ancora sufficiente - dicono Giuseppe Summa per il Nursind e Chiara Rivetti per Anaao-Assomed -. Il problema è complesso e non di facile soluzione, ma ad oggi non sono stati ancora messi in atto tutti gli interventi utili a evitare e a prevenire questi eventi e soprattutto a garantire la sicurezza del personale». Tra le richieste che, al momento, non si sono concretizzate, c'è la presenza continua di vigilanza armata o di forze dell'ordine, l'utilizzo di monitor con le informazioni aggiornate in tempo reale sullo stato delle prestazioni sanitarie e la predisposizione di misure strutturali per rendere i luoghi di attesa confortevoli e favorire l'accoglienza degli utenti. «Sono inoltre fondamentali le assunzioni di personale - aggiungono Summa e Rivetti -. Colmare le carenze di organico permetterebbe di avere più tempo per fornire ai pazienti informazioni chiare sulle modalità, i rischi e i tempi di erogazione delle prestazioni. Auspichiamo che anche la Regione si faccia carico del problema».

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