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07 Ottobre 2025 - 08:15
Abderrahmane Amajou, ex consigliere comunale di Bra, presidente di ActionAid Italia, all'arrivo a Malpensa
Dice di aver fatto sciopero della fame. Sostiene che il suo non è stato un arresto ma «un rapimento». E, nonostante sia tornato a casa sano e salvo, non ha ringraziato il governo, anche se il console a trovarlo è andato eccome. Abderrahmane Amajou, ex consigliere comunale di Bra, presidente di ActionAid Italia e bloccato con la Flotilla a poche miglia da Gaza, è stato rilasciato da Israele ed è arrivato ieri con altri attivisti a Malpensa, dopo aver fatto scalo ad Atene. Ad accoglierlo allo scalo milanese c’era un vero e proprio “comitato di accoglienza” partito dalla Circoscrizione 7 di corso Vercelli.
Con un pullman organizzato dal consigliere comunale Ahmed Abdullahi Abdullahi (Pd) e a bordo del quale c’erano altri esponenti politici tra cui Giulia Marro, consigliera regionale (Avs). Cori Pro-Pal, bandieroni. Così è stato “invaso” lo scalo milanese, perché Abderrahmane Amajou non era il solo a tornare ma c’erano altri attivisti italiani sbarcati ieri a Malpensa, dopo essere stati abbordati sulla Flotilla.
Appena atterrato a Milano, il presidente di ActionAid Italia ha promesso che «sulla Flotilla ci tornerei subito» per poi dichiarare: «Sono felice di sapere che per Gaza abbiamo riempito le piazze italiane». Piazze dove però si è consumata anche la violenza, Torino compresa. «La violenza quando entra in piazza non va mai bene. Noi - assicura Abderrahmane - abbiamo un approccio non-violento. Ma il 90% dei manifestanti non era violento». Tuttavia, quel 10% tanto è bastato per scatenare il caos. «Isolare i violenti? Ci deve pensare la polizia», la risposta di “Ab”. Forse, dovrebbero farlo anche gli organizzatori.
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