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Lo scandalo all'ASL
14 Ottobre 2025 - 05:40
Infermieri che non parlano italiano, che preferiscono dormire durante il turno di notte e non assistono i pazienti, abbandonando neppure le medicine. C’è anche questo nella inchiesta della Procura di Ivrea che colpisce l’Asl TO4, con accuse, per alcune delle 38 persone indagate, di maltrattamenti.
Il focus è sull’Ospedale civico di Settimo, all’epoca — fra 2022 e 2024 — gestito dalla società CM Service, i cui amministratori sono indagati. Dopo un esposto di un infermiere, i carabinieri hanno installato anche telecamere nascoste per documentare quanto accadeva. Poi, sono entrati in possesso delle chat del personale, dove si parlava spesso di alcuni infermieri non all’altezza del ruolo.
"La signora doveva essere cambiata — si legge —, l’infermiera è arrivata solo alle quattro per spegnere il campanello che suonava". Durante il turno di notte, questo. Di giorno, i pazienti venivano lasciati sulle carrozzine, senza occuparsi di loro. "Pazienti che, nonostante i loro problemi di salute e l’età, sono costretti ad avere a che fare con aguzzini che si spacciano per professionisti" scrive una infermiera nella chat inserita nelle carte dell’inchiesta.
I magistrati della Procura di Ivrea annotano che "Essendovi almeno due infermieri non in grado di parlare e comprendere l’italiano, essi non erano nelle condizioni di soddisfare in alcun modo le richieste dei pazienti né di somministrare adeguatamente i farmaci, non essendo in grado di leggere quanto necessario per la corretta somministrazione degli stessi".
Farmaci che, in più di una occasione, sono stati trovati intonsi al mattino sui comodini dei ricoverati, perché il personale in servizio "dormiva". Ed esiste più di un sospetto che fossero stati sedati. C’è agli atti anche la denuncia di un decesso, Claudio Manueddu di 87 anni, ricoverato per metastasi tumorali: secondo il figlio veniva sedato e, quando morì, sporse denuncia ai carabinieri ma non venne ordinata l’autopsia.
I servizi infermieristici erano stati appaltati a CM Service che aveva — scrive la Procura — "condotte omissive, prevedendo 70 minuti per assistito su tre turni", con un conto totale di "oltre 11mila ore in meno rispetto a quanto previsto per il personale infermieristico". Di conseguenza i due amministratori indagati, Massimo Cassinelli, e la cognata Rita Carmela Conversa, avrebbero fatto guadagnare alla cooperativa oltre 400mila euro della base d’appalto nel giro di un paio d’anni.
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