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Il fatto
18 Ottobre 2025 - 07:46
Con l’avvicinarsi della stagione fredda, circa 1,5 milioni di caldaie in Piemonte si preparano a tornare operative, seguendo il calendario ufficiale che prevede l’accensione dei riscaldamenti dal 15 ottobre al 15 aprile. Le temperature registrate e quelle attese nei prossimi giorni hanno confermato la necessità di mantenere gli impianti attivi secondo le regole vigenti: i caloriferi possono funzionare per un massimo di 14 ore al giorno, dalle 5 alle 23, con temperatura massima impostata a 20°C, con alcune eccezioni per strutture sanitarie, scuole dell’infanzia e case di riposo.
A Torino, le caldaie a metano restano ancora predominanti, ma negli ultimi anni si è assistito a una crescita significativa delle caldaie a condensazione ad alta efficienza, favorita dagli incentivi. I controlli sugli impianti condominiali hanno mostrato una diminuzione delle violazioni normative: le ispezioni condotte nella stagione 2024-2025 hanno evidenziato problemi in circa il 10% dei casi, contro il 20% della stagione precedente.
Contemporaneamente, il caro bollette e la presenza di impianti non moderni hanno spinto molti piemontesi a considerare alternative ai tradizionali termosifoni. Il Catasto degli impianti termici regionale ha registrato un aumento del 20% delle pompe di calore negli ultimi due anni, confermando un interesse crescente verso soluzioni più efficienti.
Il livello di comfort interno dipende fortemente dall’isolamento dell’abitazione: case ben coibentate e serramenti a tenuta riducono la dispersione di calore, generando ambienti più caldi e bollette più contenute. In Piemonte, gli investimenti legati al Superbonus hanno superato i 2,5 miliardi di euro nel 2024, con oltre 30.000 pratiche approvate. Le superfici radianti, ad aria o ad acqua, rappresentano tra i sistemi più avanzati per riscaldare gli ambienti in maniera uniforme.
Con la diffusione dei condizionatori dovuta al surriscaldamento climatico, molti si interrogano sulla possibilità di utilizzarli anche per il riscaldamento. La fattibilità esiste, ma il costo e l’efficienza dipendono dal tipo di impianto e dalle caratteristiche della casa. Per una tipica abitazione di 100 m² poco isolata, riscaldare con caldaia tradizionale a gas o a condensazione ad alta temperatura può costare circa 11,4 centesimi per kWh di calore, cifra che scende a 8 centesimi con impianti a bassa temperatura come i sistemi radianti. Il teleriscaldamento si colloca intorno ai 10,4 centesimi per kWh.
Le prestazioni di pompe di calore e condizionatori dipendono dalla temperatura esterna: con 10°C la resa può triplicare l’energia elettrica consumata, mentre a 0°C il costo per kWh aumenta rispetto a una caldaia tradizionale. Tuttavia, le emissioni di CO2 restano inferiori rispetto al gas. Le pompe di calore progettate per il riscaldamento, soprattutto integrate con sistemi radianti, possono raggiungere coefficienti di performance fino a 4, con costi medi intorno a 7 centesimi per kWh. L’efficienza cresce ulteriormente se l’energia viene autoprodotta tramite impianti fotovoltaici.
Riscaldare la propria casa nel 2025 significa confrontarsi con un panorama diversificato di opzioni: dal tradizionale gas alle pompe di calore più evolute, dall’isolamento efficiente all’uso intelligente dei condizionatori, passando per scelte energetiche che combinano comfort, costi e sostenibilità ambientale.
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