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la tragedia sul lavoro

Andy schiacciato dalla bobina killer, ma oggi in cantiere ripartono i lavori

Ecco cosa ha ucciso il 42enne nigeriano. Il cantiere di Torino Esposizioni però non si ferma. E spuntano i fiori

Fiori per Andy, schiacciato dalla bobina killer in corso Massimo

Fiori per Andy, schiacciato dalla bobina killer in corso Massimo

Una bobina pesantissima, che l’ha schiacciato mentre il carico di materiali veniva spostato da un punto a un altro nella zona di lavoro. Ecco cosa ha ucciso Andy Mwachoko, l’operaio nigeriano padre di tre figli morto a 42 anni sabato mattina nel maxi-cantiere del Pnrr a Torino Esposizioni, al civico 17 di corso Massimo d’Azeglio. Cantiere che però non si ferma perché a parte una piccola area che è stata posta sotto sequestro giudiziario, i lavori per la nuova biblioteca civica Centrale ripartiranno già da questa mattina. Mentre dopo la tragedia sulle transenne dell’area di lavoro sono spuntati dei fiori e un biglietto, in ricordo dell’operaio che non c’è più.

Il giallo del casco
Spetta alla procura (la titolare del fascicolo è la sostituta procuratrice Sofia Scapellato) indagare sulla morte di Andy Mwachoko nel cantiere del Pnrr di Torino Esposizioni, sabato mattina poco dopo l’alba. Trauma cranico, la causa del decesso, con il caschetto che è stato trovato a tre metri dal cadavere. Non aveva ammaccature, il casco, quindi è probabile che l’operaio non lo stesse indossando nel momento dell’incidente. Anche se la Cobar, azienda per cui prestava servizio, ha detto che «Andy lavorava con tutti i dispositivi previsti dalla sicurezza sul lavoro», aggiungendo però che «questo non ha purtroppo evitato questa terribile sciagura». Tuttavia, anche se avesse avuto il casco, difficilmente Andy Mwachoko sarebbe sopravvissuto, visto che a schiacciarlo è stata una bobina di rete metallica, molto pesante. I titolari della Cobar sono già arrivati a Torino dalla Puglia. «Siamo dal primo momento a disposizione delle autorità per tutti gli accertamenti», ha dichiarato la ditta che ha sede ad Altamura. Al momento, però, non ci sono persone indagate per la morte di Andy.

I lavori non si fermano
Un piccolo stop che c’è stato solo ieri (nelle scorse domeniche i lavoratori erano sempre all’opera) e sabato dopo l’incidente. Sì perché le operazioni nel cantiere di Torino Esposizioni non si fermano e già da questa mattina gli operai saranno nuovamente in servizio. La procura ha infatti messo sotto sequestro solamente la zona, grande una trentina di metri quadrati, interessata dall’incidente fatale ad Andy Mwachoko. Dunque, nonostante la morte del 42enne operaio nigeriano i lavori del Pnrr in corso Massimo d’Azeglio non si fermano. La biblioteca civica centrale si trasferirà qui entro il mese di giugno 2026 e sarà aperta verso la città e verso il parco, con accesso proprio da corso Massimo. E anche il Teatro Nuovo sarà restaurato. Uno spazio polivalente, il nuovo Torino Esposizioni, il complesso che era stato ideato da Nervi e sul quale è arrivata una pioggia di milioni, ben 105, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dove ci saranno anche spazi di coworking, sale private e laboratoriali utilizzabili per attività di natura formativa e informativa.

Fiori per Andy
“La federazione di Torino di Rifondazione Comunista esprime la sua vicinanza ai familiari e ai colleghi di Andy, morto sul lavoro qui, in questo cantiere del Comune di Torino, oggi 18 ottobre”. Questo il messaggio, scritto su un cartello di colore rosso, accompagnato da un mazzo di fiori. Un omaggio a Andy che non c’è più, fatto sulla rete dove c’è la scritta “lavori in corso”. Andy Mwachoko aveva la famiglia in Nigeria. Moglie e tre figli. Famiglia che, ieri mattina, non era ancora stata contattata, a causa delle difficoltà nel reperire gli affetti del 42enne nel paese africano. Andy mandava sempre i soldi a casa, nella sua Nigeria. Viveva in Puglia, per la precisione a Bitonto (in provincia di Bari) e in Puglia lavorava per la ditta Cobar. Un’azienda che ha diversi cantieri del Pnrr sparsi per l’Italia. Inclusa la nostra Torino, con la riqualificazione di Torino Esposizioni. Andy era stato assunto nel 2022. Nel suo lavoro, a quanto pare, era bravo. E infatti la sua morte è stata, almeno secondo quanto sta emergendo, una tragica fatalità, durante un’operazione che doveva essere di routine. Sotto la Mole, Andy Mwachoko soggiornava provvisoriamente in uno dei container accanto al parco del Valentino, destinati ad ospitare gli operai. Quando ha avuto l’incidente fatale, a causa del gancio che sosteneva la rete e che si è staccato, Andy era insieme a un altro collega, che non è rimasto ferito, anche se era sotto shock. E sotto shock sabato mattina erano tutti i colleghi che lavoravano con Andy. Operai che si sono abbracciati tra loro e hanno pianto, sabato, quando era appena successa l’ennesima tragedia sul lavoro.

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