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Innovazione

Microelettronica, il Politecnico guida il network europeo per la ricerca sui chip di nuova generazione

Obiettivo: formare 15 esperti per rispondere alla carenza di professionisti qualificati nel settore dell'optoelettronica

Microelettronica, il Politecnico guida il network europeo per la ricerca sui chip di nuova generazione

Torino si prepara a diventare uno dei centri nevralgici della ricerca europea sulla microelettronica. Dal prossimo gennaio 2026 prenderà il via SiCPIC (Silicon Carbide Photonic Integrated Circuit Doctoral Network), un'iniziativa finanziata da Horizon Europe e Marie Skłodowska Curie Actions che vede il Politecnico tra i protagonisti di un network internazionale. Accanto all'ateneo torinese collaboreranno istituzioni di primo piano come la Technical University of Denmark, il Friedrich-Alexander-Universitaet Erlangen-Nuernberg, il Centre National de la Recherche Scientifique, l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, l'Univeritè Grenoble Alpes, e diverse realtà aziendali tra cui SPEA, Ignis Photonyx A/S, Neoplas Control GmbH e Corial SAS.

UNA NUOVA FRONTIERA PER I CIRCUITI INTEGRATI

Al centro del progetto c'è un'ambizione chiara: trasformare radicalmente il modo in cui funzionano i chip. A differenza dei circuiti tradizionali che utilizzano elettroni per trasmettere e processare informazioni, i chip realizzati dal progetto sfruttano i fotoni, le particelle che compongono la luce. La vera innovazione sta nell'utilizzo del carburo di silicio, un materiale che potrebbe risolvere alcuni dei principali problemi dei microchip attuali: consumano troppa energia e incontrano limiti nella velocità con cui trasmettono i dati.

Il lavoro di SiCPIC si innesta sui risultati già raggiunti dal precedente progetto SiComb, grazie ai quali è stato possibile realizzare mixer ottici, dispositivi che gestiscono e manipolano segnali luminosi, e produrre i cosiddetti "pettini di frequenza", sorgenti luminose che emettono luce su linee spettrali uniformemente distanziate, come i denti di un pettine. 

VERSO APPLICAZIONI CONCRETE
Il prossimo traguardo consiste nell'integrare direttamente sul chip tutti i componenti funzionali essenziali. Una volta completata questa fase, i dispositivi verranno testati in ambiti cruciali come le comunicazioni ottiche ad alta velocità, che permettono di trasmettere enormi quantità di dati in tempi rapidissimi. Altre applicazioni riguardano la spettroscopia nel medio infrarosso, una tecnica che consente di analizzare la composizione chimica di materiali e sostanze, utile in campo ambientale e industriale. Infine, il progetto punta anche alle comunicazioni quantistiche, un campo emergente che sfrutta le proprietà della fisica quantistica per creare sistemi di trasmissione dati praticamente impossibili da intercettare, con potenzialità rivoluzionarie per la sicurezza informatica.

TORINO SARÀ LABORATORIO DI FORMAZIONE PER I RICERCATORI DEL FUTURO
Il Politecnico ospiterà per cinque mesi i dottorandi coinvolti nel progetto all'interno del laboratorio Chilab-ITEM, offrendo un ambiente di ricerca all'avanguardia. Le attività saranno coordinate da Luciano Scaltrito, docente del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia e responsabile scientifico dell'iniziativa per l'ateneo, affiancato dal collega Sergio Ferrero. A garantire il supporto operativo e scientifico contribuiranno anche le ricercatrici Valentina Bertana e GiuliaMossotti, insieme al resto del personale del laboratorio.

Complessivamente, SiCPIC formerà 15 giovani ricercatori, preparandoli a diventare esperti nella fabbricazione di dispositivi a semiconduttore. L'iniziativa si inserisce perfettamente negli obiettivi dell'EU Chips Act, il piano strategico dell'Unione Europea per rafforzare la propria autonomia tecnologica e consolidare la leadership nelle tecnologie di prossima generazione, riducendo la dipendenza da fornitori extra-europei.

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