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CIRCOLO DEI LETTORI

Essere torinesi: una (ri)scoperta che passa anche dal cinema e Claudia Cardinale

Torna "Radici", il festival che esplora l'identità. Tra ospiti vip e novità

Essere torinesi: una (ri)scoperta che passa anche dal cinema e Claudia Cardinale

Giunto alla sua terza edizione, dal 13 al 16 novembre torna a Torino “Radici, il festival dell’identità - coltivata, negata, ritrovata”.
All’indomani del suo ritorno alla presidenza del Circolo dei Lettori, Giulio Biino ha affiancato il direttore Giuseppe Culicchia (nonché curatore) alla presentazione. Accanto a loro, dal contributo dell’Assessorato all’Immigrazione, l’assessore regionale Maurizio Marrone. 

Il festival e le novità

Con un budget di 150mila euro e reduce da un’affluenza di 2mila persone nel 2024, il festival propone una serie di incontri, lezioni e spettacoli che affrontano il tema dell’identità e memoria.
Tra gli incontri più attesi, la riflessione sul ruolo dello scrittore di fronte alla Storia con l’israeliano David Grossman (domenica 16 alle 18.30). Un invito che potrebbe sollevare polemiche data la tensione geopolitica, ma che «non ci spaventa», ha commentato Culicchia.

Letteratura ma non solo. Tra le novità di quest’anno un coinvolgimento con il mondo dei fumetti. Ma anche cinema e arte.
Con “Radici a mezzanotte” ogni sera il festival si sposta nelle sale del Cinema Romano, nella suggestiva cornice della Galleria Subalpina.
Per questa edizione, le tre proiezioni saranno un omaggio a Claudia Cardinale: si parte da “I soliti ignoti” (Mario Monicelli) il 13 novembre, poi “Fitzcarraldo” (Warner Herzog) venerdì 14, e “La pantera rosa” (Blake Edwards) il sabato.
Per la conclusione del festival, ci sarà un momento che unisce musica e poesia.
Dalla tradizione sarda, i poeti Bruno Agus e Diego Porcu - accompagnati dal Tenore S’Angelu di Noeali - si sfideranno in una sorta di “battle” poetica “rispondendosi” per le rime. «Il contenuto, in dialetto sardo, sarà forse difficile da capire - spiega Culicchia - ma è affascinante la musicalità e la potenza della parola improvvisata».

I commenti

Insomma, quattro giorni per esplorare la nostra identità culturale, tra libri, immagini, voci e memorie. 
«Uno sguardo al passato per poter capire meglio il futuro - lo ha definito Giulio Biino - Una raffica di incontri con grandissimi esponenti del mondo della narrativa, della poesia e dei fumetti per provare a capire da dove veniamo e dove andremo».
«In un momento storico in continua e rapida trasformazione, spesso purtroppo non in modo positivo, e che a volte ci disorienta, torniamo a interrogarci a partire dalle nostre radici», racconta il curatore Culicchia.
«Abbiamo lanciato il tema dell’identità quando poteva sembrare strano. Ora si rivela attuale e fondante più che mai», ha commentato l’assessore Marrone.
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