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L'evento
23 Ottobre 2025 - 16:44
C’era una volta il triangolo industriale, la locomotiva economica d’Italia. Oggi, quello stesso triangolo – Torino, Genova e Milano – vuole rinascere in chiave diversa: addio - almeno in parte - all'industria, ma largo alla logistica e alle infrastrutture.
È la sintesi del Protocollo d’Intesa rinnovato quest’oggi dai presidenti delle tre Regioni Piemonte, Lombardia e Liguria, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Ferrovienord, per l’istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio delle infrastrutture ferroviarie strategiche del Nord-Ovest. Il documento conferma la volontà comune di rafforzare il sistema logistico dell’area più produttiva del Paese, promuovendo competitività, sostenibilità e integrazione territoriale.
Si parte da un dato di fatto: «Il potere del nostro Pil, messo insieme, è enorme», afferma Bucci. «Si tratta del 30% del Pil nazionale», aggiunge Fontana. Dai dati Istat 2024, infatti, facendo un raffronto con l'area Nord-Est della Penisola, il Nord Ovest cresce di più sia Pil (0,9% rispetto allo 0,2% del Nord-Est) che occupazione (1,6%, rispetto allo 0,9% del Nord Est). Merito, in gran parte, delle filiere logistiche e del ruolo strategico di porto e retroporto di Genova.
Un dato che non manca di sottolineare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che aggiunge: «Come Ministero abbiamo 204 miliardi di euro impiegati in cantieri programmati e in esecuzione. Quasi 70 tra le 3 Regioni del Nord Ovest. Una quantità che non ha precedenti». E poi conclude: «Vi aspetto entro fine novembre per la firma delle pre-intese sull’autonomia differenziata».
Intento comune, infatti, è fare sistema oltre i confini amministrativi, per costruire una macroregione del Nord-Ovest capace di trainare sviluppo e innovazione. «Le filiere logistiche, come quelle industriali, ci hanno dimostrato che i confini amministrativi non servono più. Dobbiamo lavorare affinché non esistano. È compito di tutti fare da facilitatori. Non ha senso investire in infrastrutture in Liguria se non sono collegate al resto», sostiene Bucci.
È per questo che al centro della due giorni di Stati generali ci sono il completamento del Terzo Valico dei Giovi e del Nodo ferroviario di Genova (entro primavera 2027): infrastrutture decisive per garantire un collegamento ferroviario rapido e ad alta capacità tra i porti liguri e l’Europa del Nord; ma anche la trasformazione di Alessandria in hub logistico di rilevanza europea attraverso la riqualificazione dello scalo merci Alessandria Smistamento e la nascita del nuovo polo intermodale, infrastruttura chiave per attrarre nuovi flussi merci e investimenti nella regione. Ovviamente la Torino–Lione: una delle dorsali fondamentali per l’accesso al cuore produttivo dell’Europa e per lo sviluppo del corridoio Mediterraneo, mentre il rilancio dello storico asse del Sempione con il progetto “Simplon 2025” punta a rafforzare il collegamento ferroviario tra il Piemonte, la Svizzera e l’Europa centrale, migliorando capacità, interoperabilità e sostenibilità del traffico merci.
Poi la Zona Logistica Semplificata (ZLS): uno dei pilastri della visione «a Nord Ovest» della logistica. «Puntiamo a renderla ancora più moderna e funzionale alle esigenze delle imprese. Nei primi mesi del 2026 la Regione presenterà una nuova perimetrazione della ZLS, ampliata e meglio connessa con le aree produttive e intermodali del territorio. Sarà uno strumento decisivo per rafforzare l’attrattività del Piemonte e creare nuove opportunità di sviluppo e occupazione», sostiene l'assessore alle Infrastrutture Enrico Bussalino.
La logistica, insomma, è molto più di «trasporto merci»: «Crea cultura, perché fa passare informazioni. È un valore che unisce il territorio e lo rende competitivo», aggiunge Bucci.
Il governatore meneghino Fontana, invece, sottolinea: «Capacità, creatività e spirito di lavoro che ci distinguono dal Nord Europa. Così possiamo ottenere risultati eccezionali. Gli enti pubblici devono essere facilitatori dello sviluppo, pubblico e privato». Ma lancia una critica al sistema ferroviario: «Il trasporto su ferro in Italia è rimasto fermo alla fine della guerra. Oggi il 90% delle merci viaggia ancora su gomma. Bisogna cambiare rotta, perché altrove non funziona così».
«Non è un libro dei sogni», sottolinea invece il presidente Cirio. «Si tratta del rinnovo di un accordo esistente che ci dice ciò che di buono abbiamo fatto e cosa possiamo continuare a fare. Il Piemonte ha sofferto per tanto tempo l’isolamento infrastrutturale: la logistica non agevolava. Poi gli assi Lisbona–Kiev e Genova–Rotterdam hanno portato il Piemonte ad oggi. Possiamo dire che il triangolo Torino – Genova – Torino torna la locomotiva logistica d’Italia».
Chi guiderà questa locomotiva? «Il ragazzino Cirio», scherza Fontana, a dargli l'investitura simbolica di questo accordo.
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