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Il dibattito

Mirafiori, 400 nuove assunzioni: la politica piemontese si divide tra speranza e scetticismo

Entusiasmo per il segnale positivo, ma anche richieste di un vero piano industriale e nuovi modelli per garantire il futuro produttivo di Torino

Mirafiori, 400 nuove assunzioni: la politica piemontese si divide tra speranza e scetticismo

L’annuncio di 400 nuove assunzioni a Mirafiori da parte dell’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, accende il dibattito politico in Piemonte. Tra chi parla di un segnale incoraggiante e chi invece chiede chiarezza sul futuro dello stabilimento torinese, le reazioni dei rappresentanti regionali e nazionali delineano un quadro di cauto ottimismo misto a preoccupazione.

Il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario regionale del partito, commenta:
«Le 400 nuove assunzioni annunciate a Mirafiori rappresentano un segnale incoraggiante che va nella giusta direzione. Torino ha bisogno di tornare a essere un polo industriale competitivo e attrattivo, capace di creare occupazione stabile e di qualità».
Rosso aggiunge: «L’auspicio è che questo primo passo possa tradursi in un piano strutturale di rilancio produttivo, fondato sull’innovazione, sulla formazione e su un dialogo costruttivo tra istituzioni, impresa e territorio. Torino deve tornare protagonista dello sviluppo industriale italiano, non solo nel settore automotive ma in tutti i comparti della manifattura avanzata».

Più critico il presidente della commissione Ambiente del Consiglio regionale, Sergio Bartoli, che frena gli entusiasmi:
«Gli annunci di 400 nuove assunzioni, a fronte di oltre 600 uscite volontarie nelle ultime settimane e più di 1.500 dello scorso anno, non possono essere spacciati per una buona notizia. A Mirafiori restano oltre 2.000 lavoratori in cassa integrazione, le nuove linee produttive non sono state attivate e del nuovo piano industriale non c’è traccia». Bartoli aggiunge: «L’Italia, e Torino in particolare, non sono più al centro del futuro di Stellantis. Ha ragione Carlo Calenda: serve un chiarimento immediato in Parlamento da parte del presidente Elkann. Dopo decenni di miliardi in aiuti, agevolazioni e ammortizzatori sociali, è doveroso sapere quale sia il reale progetto industriale per il nostro Paese».

Sulla stessa linea prudente, ma con una nota di fiducia, il capogruppo della Lega in Piemonte, Fabrizio Ricca: «L’annuncio di Filosa sulle nuove assunzioni a Mirafiori è un buon segnale per Torino e per il Piemonte, ma lo attendiamo alla prova dei fatti. Possiamo vantare una lunga tradizione nel settore dell’automotive e siamo convinti che investire sul nostro territorio possa portare soltanto vantaggi all’azienda. Speriamo che questo sia il primo passo per dare un nuovo impulso alla vocazione industriale della nostra regione. Sarebbe spiacevole trovarsi di fronte all’ennesimo proclamo al quale ci hanno abituati i predecessori dell’attuale Ad, che da una parte parlavano di rilancio e dall’altra tenevano le fabbriche chiuse».

Per Vittoria Nallo, capogruppo di Stati Uniti d’Europa per il Piemonte (Italia Viva), «l’annuncio di Antonio Filosa di 400 assunzioni a Mirafiori è un segnale, ma non basta. Un solo modello, la Fiat 500, non può sostenere uno stabilimento che ha perso il 31% della produzione nel 2025». Nallo prosegue: «Le dismissioni di Stellantis ed Exor in Piemonte, come la chiusura di Grugliasco, il declino dell’ex Bertone e la vendita di Iveco a Tata Motors, dimostrano che Torino non è più centrale per il gruppo. Chiediamo investimenti veri, nuovi modelli e tecnologie per rilanciare Mirafiori e l’occupazione. Il Piemonte, per la sua storia e la sua tradizione industriale, merita di essere protagonista dei piani industriali di Stellantis».

Un messaggio di cauto ottimismo arriva anche da Roberto Ravello, vicepresidente del gruppo Fratelli d’Italia in Consiglio regionale: «In continuità con quanto osservato in occasione del ritrovato Salone dell’Auto di Torino, intravediamo dei segni di speranza, o meglio intravediamo qualcosa di concreto che va a puntellare la speranza che abbiamo alimentato in questi anni. La 500 ibrida a Torino rappresenta un’opportunità. Chiaramente non si può pensare che tutto finisca attorno alla 500 ibrida, vogliamo credere che questo sia un nuovo punto di partenza di un progetto industriale che coinvolga pesantemente Mirafiori, la città di Torino e l’indotto di tutta l’area torinese».

La capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Sarah Disabato, definisce l’annuncio «un piccolo segnale positivo, ma nulla rispetto a quello che non c’è stato in passato. L’eredità presa dal nuovo amministratore delegato è drammatica, tra incentivazioni alle uscite volontarie e mancate assunzioni negli anni. Serve un vero piano di rilancio di Mirafiori e anche una nuova vettura oltre alla Fiat 500, come chiedono i sindacati: un modello a basso costo che possa servire alle famiglie e dare nuovo slancio alle produzioni e alle assunzioni».

Infine, il consigliere regionale del Partito Democratico, Alberto Avetta, invita a leggere l’annuncio come «un segnale positivo, anche se non sufficiente»: «Mirafiori è uno dei centri storici per la produzione a livello nazionale e questa sicuramente è una buona notizia, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno. La cosa positiva è che Filosa almeno è consapevole di questo momento e di questa situazione e prova a intervenire».

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