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La crisi dell'ex Fiat
20 Ottobre 2025 - 08:30
John Elkann (in smoking al galà della fondazione degli italo-americani Niaf che gli ha tributato lo Special Achievement Award) dice "Se uno è forte in USA, è forte anche in Italia", per spiegare l'improvvisa virata da 13 miliardi sul mercato americano; Antonio Filosa, il ceo, arriva in Italia, a Mirafiori per portare il piano di Stellantis per gli stabilimenti nostrani, nell'incontro con i sindacati. Un incontro, il primo da quando il manager cresciuto in Fiat è sul ponte di comando, che si annuncia oltre modo delicato. Ma cosa dirà Filosa ai sindacati?
In nove mesi, da gennaio a settembre, a Mirafiori sono state prodotte 18mila vetture, quasi tutte Fiat 500e e i primi esemplari di preproduzione della Ibrida. Significa - avverte Rocco Cutrì della Fim - un calo produttivo del 17% raffrontato a un anno che già era stato da record negativo. Adesso, all'inizio di novembre, partirà la produzione vera e propria della 500 Ibrida, che sarà presentata ufficialmente al Torino Film Festival. Da qui a gennaio, bisognerà produrne 5mila. L'obiettivo a regime, entro due anni, è di 100mila annue. Sarà possibile?
Mirafiori in realtà vuole un secondo modello, una vettura "quattro posti, massimo 13mila euro di prezzo" dice Edi Lazzi, della Fiom, che o pensa a un modello fortemente incentivato (al momento con gli incentivi la Fiat 500e è al di sotto dei 10mila) oppure a una cinese: chissà, magari come la T03 del socio cinese Leapmotor, (in vendita a 4.900 euro grazie agli incentivi del governo italiano in teoria a sostegno della produzione italiana) ampiamente pubblicizzata sui giornali di Elkann, e che rischia di cannibalizzare proprio le city car Fiat, come 500 e anche Panda. Mentre per Luigi Paone della Uilm "l'elettrico è stato un fallimento, ci serve un altro modello ibrido a Mirafiori".
Allarga lo scenario l'Associazione quadri e capi Fiat di Fabrizio Amante: "Aver abbandonato la nostra tradizione motoristica centenaria ha indebolito non solo il settore, ma l'immagine dell'industria italiana. Le scelte contraddittorie dell'UE hanno portato gruppi come Stellantis a investire altrove". E dunque? Per Amante la strada è l'ibrido, con rilancio della produzione e blocco della cassa integrazione. E, soprattutto, "rilancio di Alfa Romeo e Maserati".
Oggi quindi, dalle 16.30 presso l'Heritage Hub di Mirafiori, Antonio Filosa affronta il primo confronto chiave del suo mandato. La prima volta che è tornato qui, incontrando una delegazione di lavoratori, aveva portato le sfogliatelle: oggi dovrà portare qualcosa di più. Qualcosa di più sia delle linee del piano industriale fatto slittare a metà 2026, sia del mantra che a ogni occasione Stellantis ripropone. Ossia che "Il Piano per l'Italia è confermato" con i suoi due miliardi di investimenti sui vari stabilimenti e circa 6 miliardi di acquisti dai fornitori sul territorio.
Quanto ad Elkann, ricevendo il riconoscimento che già in passato fu tributato a suo nonno Gianni Agnelli, ha voluto sottolineare - di sé - di aver "lavorato per costruire grandi società che incarnano i valori che Italia e America condividono: ambizione, umiltà e la certezza che il lavoro duro crei un grande futuro". E la convinzione che il mercato americano possa sostenere quello "traballante europeo". E ha anche voluto parlare del pontefice americano, Leone XIV, incontrato pochi giorni fa a Roma, con la moglie Lavinia Borromeo: "Ho visto, in televisione, che si è recato all'incontro con il presidente Mattarella con una delle nostre auto. Ne sono orgoglioso". Per inciso: era una Jeep Wagoneer, prodotta in Michigan.
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