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Il caso

Vietato vendere acqua vicino allo stadio: scoppia la polemica a Torino

L’ordinanza prefettizia impone il divieto di vendita per asporto anche delle bottiglie d’acqua – i commercianti e i cittadini si sentono penalizzati

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Una norma pensata per garantire la sicurezza durante gli eventi sportivi che per alcuni aspetti, però, si è trasformata in un paradosso. È quanto emerso nella Commissione comunale questa mattina, dove diversi consiglieri — da destra a sinistra — hanno criticato le ordinanze del prefetto di Torino che, nei pressi degli impianti sportivi, vietano non solo la vendita di alcolici ma anche di acqua in bottiglia, incluse quelle di plastica.

Il compito del Comune è, infatti, trasmettere l’ordinanza ai commercianti interessati e farla rispettare tramite i vigili urbani. La decisione, però, non dipende da Palazzo Civico, ma dalla Prefettura, che emana i provvedimenti a fini di ordine pubblico.

“Così si colpiscono i cittadini, non gli ultras”

Qui si inseriscono le critiche del consigliere comunale di Fratelli d'Italia Enzo Liardo: «Tre ore prima e un’ora dopo ogni evento sportivo — ha ricordato — non si possono acquistare bevande, nemmeno acqua. È assurdo: le famiglie che fanno la spesa il sabato o gli anziani che vivono vicino allo stadio si trovano nell’impossibilità di comprare anche solo una bottiglia d’acqua».
Liardo ha aggiunto che il divieto, nato per contrastare episodi di violenza, «non si limita al calcio ma riguarda anche pallacanestro e altri sport», e ha definito la situazione «grottesca», ricordando che «in un supermercato posso comprare decine di bottiglie d’olio o di tonno in lattina, potenzialmente più pericolose, ma non una bottiglia d’acqua».

“Serve un confronto con la Prefettura”

Diversi consiglieri hanno chiesto di convocare in Commissione il Prefetto o il viceprefetto vicario, per chiarire le motivazioni del provvedimento.
«Vorrei capire perché facciamo tanto fatica ad applicare ordinanze ai minimarket, ma questa no. Vorremmo capire le intenzioni del prefetto», osserva il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo - È una misura che colpisce tutti i cittadini senza migliorare davvero la sicurezza». Ferrante De Benedictis (FdI) ha invece definito la norma «un vincolo di libertà sproporzionato», paragonandola a «un coprifuoco imposto per evitare possibili reati».

In attesa di chiarimenti

L’assessore alla Sicurezza Porcedda ha dato disponibilità a partecipare a una prossima seduta per approfondire il tema, ma secondo quanto riferito dagli uffici comunali la Prefettura non avrebbe al momento intenzione di apportare alcuna modifica all’ordinanza. La discussione, comunque, ha messo d’accordo consiglieri di ogni schieramento: l’attuale formulazione del divieto appare eccessiva, poco chiara e penalizzante per i cittadini.

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