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salute
02 Novembre 2025 - 07:31
Allarme scabbia in Piemonte: casi triplicati in 4 anni. In dodici mesi 267 focolai e 2.239 casi
Non si può ancora parlare di emergenza, ma i dati sono sicuramente allarmanti. In appena quattro anni in Piemonte i casi di scabbia sono più che triplicati, così come l’incidenza. E dati molto simili si registrano anche a Torino e in provincia.
L’analisi è stata condotta dal Seremi (il Servizio di Riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive) ed è contenuta nel rapporto “La scabbia in Piemonte”. Numeri che mettono in luce l’avanzata della malattia e, al tempo stesso, smentiscono anche la credenza popolare (e un po’ razzista) secondo la quale si tratterebbe di un problema dovuto principalmente alle condizioni di vita degli immigrati. Non solo è di gran lunga più diffusa tra gli italiani ma l’aumento dell’incidenza dei casi è inferiore tra gli extracomunitari.
In totale, in Piemonte, nel 2024 sono stati registrati 2.239 casi di scabbia, con un tasso di incidenza pari a 53 casi ogni 100mila abitanti, e 267 focolai, di cui circa 83 in ambito comunitario e il 70% di origine familiare. La crescita rispetto al 2023 è stata lieve (219 casi in più) ma basta dare un’occhiata ai dati degli anni precedenti per capire che ci troviamo di fronte a una vera e propria impennata: nel 2022 i casi erano 988, nel 2021 erano 836, nel 2020 addirittura solo 649. E se i dati del 2020 e del 2021 potevano in qualche modo essere “falsati” dai lockdown dovuti alla pandemia di Covid (la scabbia si propaga con il contatto personale) altrettanto non si può dire per il 2022.
Molto simile l’andamento a Torino e in provincia, dove si è passati dai 344 casi del 2020 ai 432 del 2022 fino ai 925 dello scorso anno, con una incidenza maggiore in città (450 casi) rispetto ai territori delle Asl To3 (179), To4 (190) e To5 (106). In numeri assoluti, in Piemonte quella di Torino è la provincia “peggiore” ma in termini di incidenza (numero di casi ogni 100mila abitanti) in realtà c’è chi fa ben peggio: a Torino è pari infatti a 42, a Novara si arriva a 70 e ad Alessandria si superano addirittura i 94.
CAUSE, SINTOMI, CURE
La scabbia è una malattia infettiva dovuta a un’infestazione della pelle da parte di un tipo di acaro, il Sarcoptes Scabiei, dotato di 8 zampe, dalle dimensioni microscopiche, che scava cunicoli appena sotto alla pelle, all’interno dei quali le femmine depositano le uova. Alla loro schiusa, 3-4 giorni dopo la deposizione, le larve risalgono sulla superficie della pelle, dove si sviluppano e da cui partono per colonizzare altre aree della pelle o infestare altre persone. Il sintomo principale è un prurito intenso che tipicamente peggiora durante la notte. Si prende principalmente per contatto diretto o con chi ne è affetto oppure con i tessuti (vestiti, indumenti, biancheria del letto) infestati dal parassita.
La scabbia è una malattia infettiva e come tale può essere trasmessa, specialmente ai soggetti conviventi o chi ha avuto un contatto stretto con il paziente. Il contagio avviene per contatto fisico diretto o attraverso oggetti personali come le lenzuola o i vestiti.
Il trattamento della scabbia è mirato all’eliminazione dei parassiti utilizzando medicinali sotto forma di creme o lozioni. I trattamenti topici di prima linea sono la permetrina in crema al 5% e il benzoato di benzile (10-30%). Data la contagiosità dell’infestazione, il medico potrebbe prescrivere il trattamento a tutte le persone conviventi o che hanno avuto contatti stretti con il paziente, anche se non manifestano i sintomi della scabbia.
L’ultimo focolaio, venuto a galla proprio pochi giorni fa, è quello scoppiato in una Rsa di Rivarolo, dove si sono contati 14 contagiati tra pazienti e operatori. E proprio case di riposo e scuole sembrano essere i luoghi più a rischio: sui 267 totali, sono 83 i focolai registrati in contesti comunitari, il peggiore dei quali ha causato ben 43 contagi. Un numero stabile rispetto all’anno precedente (nel 2023 erano stati 87) ma, ancora una volta, nettamente superiore rispetto a quelli precedenti. Nel 2022 i focolai erano stati 40 e ancora meno negli anni pre-Covid: 16 nel 2019 e 18 nel 2018. «Le residenze sanitarie assistenziali per anziani - viene sottolineato nel rapporto del Seremi - rappresentano un contesto particolarmente vulnerabile alla diffusione della scabbia, a causa di diversi fattori predisponenti: la fragilità clinica degli ospiti, l’alta densità abitativa, il contatto frequente e prolungato tra residenti e personale, nonché le difficoltà diagnostiche, spesso legate a presentazioni cliniche atipiche o alla presenza di comorbidità psicosociali».
Il problema però riguarda anche le scuole, in particolare quelle dell’obbligo in quanto i bambini, si sa, tendono ad avere numerosi contatti nelle loro attività quotidiane. Nella fascia di età 5-14 anni il tasso di incidenza nel 2024 è stato di 87,1 casi ogni 100mila bambini. Più del doppio rispetto al 2022 (38,1) e più del triplo rispetto al pre-Covid: 26,3 nel 2018. Anche i bambini in età pre-scolare non sembrano essere immuni: nel 2024 si sono contati 136 contagi nella fascia di età 0-4 anni (nel 2022 erano 69).
Infine, il rapporto analizza anche i dati dei contagi in base al luogo di origine delle persone colpite. Inevitabilmente, negli ultimi anni i casi aumentano anche tra gli stranieri ma la crescita è stata comunque più contenuta rispetto a quella osservata tra gli italiani. Un fenomeno che diventa ancora più interessante se si guarda ancora più indietro nel tempo: nel 2024 l’80% circa dei contagi riguarda persone di nazionalità italiana ma solo nel 2016 la percentuale era all’incirca del 40%. Nel giro di pochi anni, la situazione si è praticamente ribaltata.
Claudio Neve
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