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Il caso

Stop al divieto “assurdo” vicino agli stadi: il prefetto fa chiarezza

Paradosso a Torino: l'ordinanza che vietava la vendita di bibite prima e dopo gli eventi sportivi, accusata di colpire famiglie e anziani, viene chiarita dalla Prefettura: acqua e bevande analcoliche in plastica sono ammesse, ma i commercianti restano in dubbio

stadio Filadelfia

Lo stadio Filadelfia

Una norma pensata per garantire la sicurezza durante gli eventi sportivi che, però, aveva finito per generare un vero paradosso. È la storia dell’ordinanza del Prefetto di Torino che vietava, nelle ore precedenti e successive alle manifestazioni sportive, la vendita di bibite, per ragioni di sicurezza.

Un provvedimento nato con l’intento di prevenire episodi di violenza nei pressi degli impianti sportivi, ma che nei fatti aveva colpito anche famiglie, anziani e residenti, poiché non dettagliava quali bibite e in che tipo di contenitori fossero ammesse. A sollevare il caso, nelle scorse settimane, era stato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Enzo Liardo, che in Commissione aveva denunciato l’assurdità della norma: «Tre ore prima e un’ora dopo ogni evento sportivo — aveva spiegato — non si possono acquistare bevande, nemmeno acqua. È assurdo: le famiglie che fanno la spesa il sabato o gli anziani che vivono vicino allo stadio si trovano nell’impossibilità di comprare anche solo una bottiglia d’acqua».

 

 

Il divieto, in vigore dal 30 luglio, si applicava non solo alle partite di calcio ma anche ad altri sport e manifestazioni. Una misura che aveva sollevato critiche trasversali in Consiglio comunale. Il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo aveva chiesto un confronto con la Prefettura: «È una misura che colpisce tutti i cittadini senza migliorare davvero la sicurezza». Sulla stessa linea Ferrante De Benedictis (FdI), che l’aveva definita «un vincolo di libertà sproporzionato, paragonabile a un coprifuoco imposto per evitare possibili reati».

La discussione aveva coinvolto anche l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda, che si era detto disponibile a un tavolo di approfondimento con la Prefettura.

Ora la svolta è arrivata: una nota integrativa del Prefetto, datata 3 novembre, ha chiarito definitivamente che "il divieto non comprende l’acqua e le bevande non alcoliche in contenitori di plastica". 

Un chiarimento atteso e ottenuto proprio grazie all’Ordine del giorno presentato dal consigliere Liardo, approvato dal Consiglio comunale, che chiedeva di rivedere la misura e fornire indicazioni precise agli esercizi commerciali, smarriti.

Soddisfatti Liardo e De Benedictis, che hanno ringraziato la Prefettura per la disponibilità e la sensibilità dimostrata. «Un esempio di collaborazione istituzionale che restituisce equilibrio e buon senso — osserva Liardo — perché la sicurezza è un obiettivo di tutti, ma non può tradursi in divieti che penalizzano i cittadini comuni». 

"Ma manca ancora un passaggio importante - fa notare infine De Benedictis - Il Comune deve spiegarlo ai commercianti perché questi, nel dubbio, non osano comunque vendere alcun tipo di bibita, nel timore di una multa".

 

 

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