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Emergenza sociale piemontese

Gioco d’azzardo, in Piemonte spesi oltre 9 miliardi

Secondo i Verdi e Sinistra, la legge regionale del 2021 ha favorito la crescita delle scommesse

Gioco d’azzardo, in Piemonte spesi oltre 9 miliardi

Immagine di repertorio

I dati diffusi da Libera sul gioco d’azzardo in Piemonte mostrano un quadro preoccupante. Nel 2024, nella regione, sono stati spesi oltre 9,5 miliardi di euro in scommesse, di cui 4,2 miliardi nel gioco fisico e 5,2 miliardi online. La media è di 2.232 euro annui per abitante, neonati compresi.

Secondo Alleanza Verdi Sinistra (AVS), questi numeri rappresentano “il risultato di una precisa scelta politica della maggioranza guidata da Alberto Cirio”, che nel 2021 ha approvato una nuova legge regionale sul gioco pubblico. Il gruppo giudica il provvedimento come una liberalizzazione che ha cancellato le restrizioni introdotte con la legge del 2016, considerata allora una delle più efficaci nel contrasto alla ludopatia.

AVS ricorda che la normativa precedente aveva permesso di risparmiare oltre 200 milioni di euro ai cittadini piemontesi e che la proposta di legge popolare volta a ripristinarne i criteri, sostenuta da oltre 12.000 firme, era stata archiviata rapidamente nella scorsa legislatura.

Oggi, secondo il gruppo, il Piemonte figura tra le regioni italiane con la regolamentazione meno incisiva in materia di gioco d’azzardo, con forti conseguenze sociali. Tra queste, AVS cita indebitamento, usura e rischio di infiltrazioni mafiose, sottolineando come la ludopatia colpisca in particolare le fasce più vulnerabili e i giovani.

La coalizione chiede alla maggioranza regionale di rivedere la legge vigente e di riaprire il confronto richiesto da diverse associazioni, tra cui Libera, Arci e Acli, che già a giugno avevano sollecitato una revisione normativa. “Serve un intervento serio per contenere un fenomeno che è diventato un vero problema sociale”, conclude AVS.

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