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Letto per voi
07 Dicembre 2025 - 09:40
Dopo la trilogia su Nerone e l’incendio del 64 d.C., Alberto Angela torna in libreria con un’opera che punta dritta al cuore della storia romana. “Cesare. La conquista dell’eternità” (Mondadori, 24 euro) non è una biografia tradizionale, ma il racconto di un’impresa che ha cambiato il destino dell’Occidente: la conquista della Gallia, filtrata attraverso il capolavoro (ok, i liceali non la pensano così) che Giulio Cesare stesso ci ha lasciato, il De Bello Gallico.
Un autore, una città, un'epoca
Angela (che di secondo nome fa Cesare, a proposito) sceglie la via del racconto immersivo: entra nelle strade di Roma del I secolo a.C., accompagna il lettore tra case, mercati, templi e accampamenti, e ricostruisce con cura di storico e ritmo narrativo da grande divulgatore l’ecosistema che ha plasmato la civiltà europea. Archeologia, antropologia, storia e geografia si alternano per far “rivivere” l’antico, nella convinzione che tornare alle origini aiuti a capire il presente.
De Bello Gallico, tra epopea e realtà
Il libro segue la parabola del 58 a.C., quando a Cesare, proconsole, tocca governare regioni irrequiete ai margini del mondo romano. Serve un casus belli, e arriva puntuale: iniziano nove anni di campagne che temprano un esercito e fiaccano popoli già temuti da Roma. Nelle pagine scorrono marce nella neve, ponti costruiti sotto pressione, flotte improvvisate, foreste “stregate”, santuari con scheletri decapitati. È un kolossal storico dove, sottolinea Angela, “è tutto vero”. L’ultimo atto è noto: tentata la via dell’accordo con il Senato e con Pompeo, Cesare oltrepassa il Rubicone, aprendo la stagione della guerra civile.
Il volto di Cesare, dalla parola all'immagine
Una delle novità più sorprendenti è l’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di divulgazione. Scansionando un QR Code, il lettore accede a un video e a immagini che ricostruiscono volti, scene di battaglia e istanti di vita quotidiana. La sfida più affascinante è il ritratto del Cesare quarantenne: un lavoro che intreccia fonti letterarie (Svetonio, Plutarco) e iconografiche (busti marmorei, monete), restituendo tratti netti – mandibola squadrata, fronte alta e segnata, zigomi sporgenti, profonde rughe naso-labiali, naso aquilino, labbra sottili – insieme a dettagli personali: calvizie incipiente coperta pettinando i capelli in avanti, cura del corpo, rasatura meticolosa, altezza superiore alla media dell’epoca. Il risultato è l’immagine più plausibile ottenuta finora, frutto di ricerca e tecnologia.
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