Museo Egizio, blitz antagonista per l'imam. Piantedosi: «Espulsione giusta»

Striscioni e volantini per l'imam Mohamed Shahin. Blitz questa mattina, sabato 13 dicembre, davanti al Museo Egizio da parte di antagonisti appartenenti all'area anarchica. Davanti all'ingresso dell'Egizio, in solidarietà all'imam della moschea di via Saluzzo, sono stati affissi due striscioni: uno con la scritta "Chi lotta per la Palestina lotta per la libertà", e l'altro con la scritta "Stop deportazioni, Shahin libero, liberi tutti". Alcuni volantini con lo slogan "Stop deportazioni, Shahin libero" sono stati poi lanciati a terra, davanti ai turisti. Sul posto è intervenuta la Digos della questura di Torino, che sta svolgendo accertamenti. 

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Intanto ad Atreju, in corso in questi giorni a Roma, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, torna a parlare del caso-Shahin: «L'imam di Torino, Mohamed Shahin, sta bene. E' ristretto in un Cpr italiano, a Caltanissetta, è in una condizione di legittima privazione della libertà personale, che ha resistito ai primi ricorsi che l'interessato ha legittimamente proposto». Piantedosi ha poi aggiunto: «Il provvedimento parla chiaro, basta leggere non il provvedimento che lo ha costretto all'espulsione, al trattenimento, ma quello che è stato il primo giudizio che ha valorizzato alcuni elementi: quindi non c'entra il fatto di essere un imam, non c'entra niente l'islam, ma alcuni comportamenti che per motivi di sicurezza nazionale hanno indotto l'autorità nazionale ad assoggettarlo a quel provvedimento».