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15 Dicembre 2025 - 12:00
Nel centro storico di Torino, tra via XX Settembre e via Alfieri, si trova uno degli elementi architettonici più citati nel folklore cittadino: il cosiddetto Portone del Diavolo
Nel centro storico di Torino, tra via XX Settembre e via Alfieri, si trova uno degli elementi architettonici più citati nel folklore cittadino: il cosiddetto Portone del Diavolo. L’espressione non ha origini ufficiali, ma deriva dalla presenza di un batacchio in bronzo raffigurante un volto demoniaco, tradizionalmente associato a Satana. Il portone è parte di un edificio oggi sede di un istituto bancario, circostanza che ne rende la visione non sempre immediata.
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Dal punto di vista storico-artistico, il portone risale al XVII secolo ed è riconducibile alla tradizione decorativa barocca, in cui figure grottesche, mascheroni e volti mostruosi erano frequentemente utilizzati come elementi ornamentali o apotropaici, cioè con funzione simbolica di protezione dell’edificio. Il batacchio, realizzato con grande cura nei dettagli, rientra in questa consuetudine artistica diffusa in molte città europee.
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Accanto alla spiegazione storica, nel tempo si è sviluppata una narrazione leggendaria, priva di riscontri documentali. Secondo il racconto più noto, il portone sarebbe apparso improvvisamente dopo un rituale occulto compiuto da un presunto apprendista stregone, che avrebbe tentato di evocare forze soprannaturali. La leggenda prosegue sostenendo che l’uomo sarebbe rimasto intrappolato nell’edificio e che il batacchio raffigurerebbe la “firma” del demonio. Si tratta di un racconto tramandato oralmente e ripreso dalla tradizione popolare, senza alcuna conferma storica.
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Altre storie collegano il palazzo a sparizioni e morti misteriose, tra cui quella di un giovane viaggiatore dell’inizio dell’Ottocento, che si sarebbe rifugiato nell’edificio per la notte e non ne sarebbe mai uscito. La versione più diffusa narra che, anni dopo, sarebbe stato ritrovato un corpo murato all’interno. Anche in questo caso, non esistono atti ufficiali, cronache giudiziarie o documenti d’archivio che confermino l’episodio, che va quindi considerato parte del patrimonio leggendario urbano.
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Il “Portone del Diavolo” rientra oggi nei percorsi di Torino esoterica, insieme ad altri luoghi associati a simbolismi, miti e racconti popolari. Il suo interesse risiede soprattutto nel valore storico, artistico e culturale, oltre che nella capacità di testimoniare come elementi architettonici reali possano generare, nel tempo, narrazioni simboliche e misteriose che continuano ad alimentare l’immaginario collettivo.
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