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Tendenze culinarie

Natale in Piemonte: ecco quali sono i piatti della tradizione a tavola

Dal vitello tonnato al bonèt, il menù delle feste tra memoria e convivialità

Natale in Piemonte: ecco quali sono i piatti della tradizione a tavola

In Piemonte il Natale non è solo una ricorrenza da segnare in calendario, ma un rito che si ripete ogni anno attorno alla tavola. Il pranzo natalizio è un momento codificato, fatto di tempi lunghi e piatti che non ammettono scorciatoie: una tradizione gastronomica che unisce cucina contadina e borghese, dove l’abbondanza non è esibizione, ma rispetto per la festa.

Il percorso comincia dagli antipasti, veri protagonisti del Natale piemontese. La tavola si riempie lentamente, portata dopo portata. Il vitello tonnato, preparato “alla vecchia maniera”, è quasi sempre il primo ad arrivare, seguito dall’insalata russa, dalle acciughe al verde e dai tomini con le salse. Nei giorni di festa trovano spazio anche la carne cruda all’albese, talvolta arricchita dal tartufo, e i peperoni con la bagna cauda, piatto simbolo della regione. La regola non scritta è chiara: gli antipasti devono essere numerosi, perché il Natale comincia da lì.

I primi piatti parlano la lingua della pasta fresca fatta in casa. Gli agnolotti del plin, piccoli e ripieni, conditi con il sugo dell’arrosto, sono una presenza costante sulle tavole delle feste. Accanto a loro compaiono spesso i tajarin, sottilissimi, serviti con burro e salvia. In alcune famiglie il primo è invece un risotto, preparato al Barolo o ai funghi porcini, omaggio ai profumi delle colline e dei boschi piemontesi.

Il momento centrale del pranzo è affidato ai secondi. Il bollito misto piemontese rappresenta la solennità del Natale: un insieme preciso di carni, accompagnate dal bagnetto verde, dal bagnetto rosso e dalla mostarda. In alternativa, non mancano il brasato al Barolo o l’arrosto di vitello, e in alcune case il tradizionale cappone.

I formaggi non sono sempre previsti, ma quando arrivano raccontano il territorio: toma, robiola, Castelmagno, serviti senza eccessi, lasciando spazio al finale dolce.

Ed è proprio con i dolci che il pranzo di Natale ritrova il suo lato più conviviale. Il bonèt, con cacao, amaretti e rum, è il simbolo della tradizione. Accanto a lui la torta di nocciole delle Langhe, le pesche ripiene, il panettone accompagnato da zabaione o crema al mascarpone, chiudono il pasto tra gesti familiari che si ripetono ogni anno.

Ad accompagnare il tutto, i vini piemontesi: Barbera, Dolcetto, Barolo, fino al Moscato d’Asti o al Brachetto per il brindisi finale.

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