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L'editoriale

Un Natale tra paure e speranze

Un Natale in cerca di tregua tra guerriglia urbana, crisi del lavoro, caro bollette e solitudini, con l'appello universale alla pace

Un Natale tra paure e speranze

L’augurio è quello di un sereno Natale. Almeno il 25 lo sia, considerando il fatto che i giorni precedenti sono stati particolarmente convulsi. Se è vero che dove infuria la guerra papa Leone chiede una tregua natalizia, è altrettanto vero che qui da noi (dove non fischiano le pallottole), di tregua nessuno parla e nessuno si sogna di rispettarla. Non è stato un bello spettacolo assistere alla guerriglia urbana dei giorni scorsi. Ma questa non è l’unica criticità di una città dove il lavoro (disoccupazione e precariato) continua ad essere la prima delle emergenze. Poi c’è quella della casa che assume aspetti inediti che riguardano i costi per riscaldare e illuminare gli alloggi. C’è la criminalità, ci sono i maranza e le bande giovanili e i truffatori che si accaniscono contro le persone anziane. C’è poi un capitolo che riguarda la Sanità e il diritto alla salute che si declina con la rapidità di esami, cure e interventi.

Infine ci sono le persone emarginate, gli anziani, quelli che vivono in solitudine o sono ospiti in strutture di accoglienza. Trascorrono le feste tra ricordi confusi, emozioni latenti e un senso di completo abbandono. Insomma, il panorama non è certo dei migliori e le luminarie non sono sufficienti a portare un po’ di serenità. Per quasi tutti, il futuro resta un’incognita. Il ristoro lo si cerca e lo si ritrova in famiglia (anche se a volte è teatro di tragedie, specie durante le feste). Eppure, per chi è credente o meno, il messaggio natalizio è suggellato da quella frase: «Pace in terra agli uomini di buona volontà», che trascende qualsiasi fede religiosa e che racchiude un profondo valore umano e universale«Pace a voi», sono state le prime parole del nuovo Papa, ma oggi l’umanità sembra indifferente e sorda. Buon Natale.

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