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Solidarietà e donazioni

La beneficenza rallenta, i bisogni crescono: la sfida del terzo settore

La Caritas di Torino registra un dimezzamento delle offerte rispetto a dieci anni fa, mentre aumentano giovani, malati cronici e famiglie in difficoltà. Tra tradizione e innovazione, le associazioni puntano su priorità e donazioni digitali

Caritas di Torino, offerte dimezzate e richieste raddoppiate: la solidarietà alla prova del carovita

La fotografia scattata dalla Caritas di Torino non è l’istantanea di un caso isolato, ma il riflesso di una tendenza più ampia: la beneficenza rallenta proprio mentre i bisogni crescono. Nell’ultimo anno le offerte si sono fermate a poco più di 300mila euro. Dieci anni fa, nel 2015, superavano i 600mila. Un dimezzamento che porta la firma del carovita, del caro energia e dei rincari che hanno eroso i bilanci familiari.

Non è solo una questione di numeri. A fronte delle offerte in discesa, le richieste di aiuto sono praticamente raddoppiate rispetto a dieci anni fa. Un doppio fronte che mette sotto pressione il terzo settore, le associazioni benefiche e le parrocchie, tutte alle prese con entrate più magre e domande di sostegno più pressanti. La tradizione dell’elemosina e dell’offerta, un tempo gesti quasi naturali, fatica a trovare spazio nella quotidianità di chi corre per arrivare a fine mese.

Il profilo dei “nuovi bisognosi” racconta un cambiamento profondo. Accanto a immigrati e anziani, storicamente più esposti, oggi bussano alla porta della Caritas giovani che lavorano ma non riescono a coprire affitto, bollette e spese mediche, insieme a malati cronici schiacciati da costi sanitari crescenti. È l’onda lunga dell’impoverimento: precarietà lavorativa e spese incomprimibili allargano la platea di chi chiede aiuto.

Nonostante la scarsità di risorse, i servizi non vengono sospesi. La strategia è concentrare gli aiuti su chi è più in difficoltà, modulando il sostegno nei casi meno gravi. Intanto, anche le parrocchie si attrezzano: alle tradizionali questue si affiancano i pagamenti elettronici, un modo per intercettare la generosità di chi non usa contanti e rendere le donazioni più semplici e tracciabili.

La solidarietà non è scomparsa. Lo dimostra il recente Banco Alimentare: in Piemonte hanno aderito oltre 1.300 punti vendita, consentendo di raccogliere nei supermercati tonnellate di generi alimentari e prodotti di prima necessità. Un segnale forte di una comunità ancora capace di farsi carico dei più fragili, anche quando il portafoglio è leggero. Per il non profit resta la sfida più complessa: mantenere la rete degli aiuti in un’epoca in cui ogni euro vale doppio, sia per chi lo dona sia per chi lo riceve.

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