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Il caso

Parco Arrivore, l’allarme non si spegne: tende, rifiuti e fuochi accesi

Parco Arrivore tra tende, rifiuti e fuochi. Circoscrizione 6 chiede un intervento dopo lo sgombero dell’area Iveco

Parco Arrivore, l’allarme non si spegne: tende, rifiuti e fuochi accesi

Un mese e mezzo fa lo sgombero dell'area ex Iveco in Lungo Stura Lazio sembrava un punto di svolta; oggi, quella stessa emergenza si è semplicemente spostata di qualche centinaio di metri. Al Parco Arrivore, lungo strada Settimo, la situazione è fuori controllo: tra gli alberi sono spuntati nuovi accampamenti di fortuna, portando con sé degrado, insicurezza e un impatto ambientale non più sostenibile.

La nascita di questa nuova tendopoli è la conseguenza diretta dello spostamento delle persone allontanate dalle aree industriali vicine. Tuttavia, per la Circoscrizione 6, la necessità di trovare un riparo non può tradursi nella distruzione di un'area verde pubblica. Giacigli improvvisati, cumuli di materiali accatastati e rifiuti ingombranti stanno trasformando un parco destinato alla cittadinanza in una "terra di nessuno".

La protesta del quartiere viaggia attraverso le voci di Valerio Lomanto, presidente della Circoscrizione 6, e della coordinatrice al verde Giulia Zaccaro.

"È inaccettabile che un parco pubblico venga abbandonato al degrado sotto gli occhi di tutti", denunciano dal Centro Civico. "Un’area naturale non è un luogo idoneo per insediamenti abusivi: chiediamo ripristino della legalità e tutela dell'ecosistema".

A preoccupare maggiormente, oltre alla sporcizia, sono le segnalazioni di fuochi accesi in vari punti del parco per scaldarsi o cucinare. In un contesto naturalistico segnato da vegetazione fitta e sponde fluviali delicate, l'uso di fiamme libere rappresenta un pericolo concreto sia per gli occupanti sia per la flora del parco, rischiando di innescare roghi difficili da domare.

A completare il quadro di irregolarità contribuisce il fenomeno, mai risolto, degli orti abusivi lungo le sponde. Si tratta di una realtà che persiste da anni e che, sommata agli insediamenti recenti, destabilizza la tenuta idrogeologica delle sponde e sottrae spazio alla libera fruizione dei cittadini.

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