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Meteo impazzito, Torino tra le province più colpite d'Italia da eventi climatici estremi

Legambiente ha censito alluvioni, grandinate, esondazioni, allagamenti e temperature record. In Piemonte due eventi estremi ogni mese

Meteo impazzito, Torino tra le province più colpite d'Italia da eventi climatici estremi

Meteo impazzito, Torino tra le province più colpite d'Italia da eventi climatici estremi (nella foto, l'esondazione di Bardonecchia)

Allagamenti, trombe d'aria, temperature record. Il cambiamento climatico si fa sentire sempre di più anche in Italia, dove aumentano gli eventi meteo estremi. A contarli è stata Legambiente che ha messo nero su bianco le statistiche nel proprio Osservatorio Città Clima: nella Penisola, nel 2025, gli eventi estremi sono stati 376, pari al 5,9% in più rispetto allo scorso anno. Un numero che fa dell'anno che sta finendo quello con più eventi estremi dopo il 2023, quando si era raggiunta quota 383. A livello provinciale, purtroppo, Torino spicca tra i territori più colpiti: con 12 eventi climatici estremi, è seconda solo a Genova e pari a Messina. Seguono Firenze e Treviso con 11, Milano con 10, Como, Lecce, Massa Carrara e Palermo con 9.

Tra gli eventi censiti da Legambiente nella nostra provincia ci sono gli allagamenti nei settori pedemontani di Lanzo del 10 settembre, la grandinata di Pavone Canavese del 30 agosto, l'acquazzone che ha colpito i quartieri nord di Torino il 23 luglio, la tromba d'aria che si è abbattuta su Settimo Torinese l'1 luglio, grandinate, esondazioni e allagamenti in tre diversi momenti di maggio nel Pinerolese e ovviamente l'alluvione di Monteu da Po del 17 aprile e l'esondazione di Bardonecchia del 30 giugno, due disastri in cui si sono anche contate due vittime

In Italia, in totale, si sono contati 139 allagamenti da piogge intense, 86 danni da vento, 37 esondazioni fluviali con un aumento del 94% di casi legati a temperature record e del 42% delle frane. La Penisola, denuncia Legambiente, paga lo scotto di azioni di adattamento sporadiche e non coordinate, prive di multi settorialità e di un approccio multilivello. Ciò avviene in un contesto in cui i danni subiti nel Paese da ondate di calore, siccità e alluvioni nel 2025, secondo un recente studio dell’Università di Mannheim, ammontano a 11,9 miliardi di euro e in futuro, con una proiezione al 2029, saliranno a 34,2 miliardi di euro. «Ancora una volta l’Italia – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si è fatta trovare impreparata di fronte a una crisi climatica che è una dura realtà sul territorio nazionale da molti anni. Le immagini di quanto accaduto in diverse regioni, dalle alluvioni alla grande siccità, parlano da sole. E a pagarne lo scotto sono come sempre i cittadini, i territori, le imprese e più in generale l’economia del Paese. Continuiamo a riconcorrere le emergenze, invece che lavorare su piani di mitigazione e di adattamento e prevenzione. Al Governo Meloni chiediamo di mettere la crisi climatica al centro della sua agenda politica». 

«Il bilancio 2025 dell’Osservatorio Città Clima - dichiara Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - conferma una tendenza allarmante: gli eventi meteorologici estremi continuano ad aumentare, con impatti sempre più gravi anche sul nostro territorio. Piemonte e Valle d’Aosta non sono immuni: la provincia di Torino figura tra le più colpite in Italia mentre le piogge intense e le frane hanno messo a dura prova la tenuta idrogeologica delle nostre aree montane e collinari, in particolare la provincia del Verbano-Cusio-Ossola. In Piemonte gli eventi estremi registrati nel 2025 sono 28 (+27% rispetto al 2024) e, come da trend nazionale, anche nel territorio piemontese sono gli allagamenti da piogge intense i fenomeni più frequenti. Questi numeri non sono semplici statistiche: raccontano di territori fragili, di comunità esposte a rischi crescenti e di un’emergenza climatica che richiede risposte immediate. È indispensabile accelerare l’attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e approvare una legge contro il consumo di suolo. Ma non basta: occorre avviare con urgenza la redazione dei Piani locali di adattamento al clima per Piemonte e Valle d’Aosta, strumenti fondamentali per tradurre le misure nazionali in azioni concrete sui territori, dalle città alle aree interne. Solo così potremo proteggere le persone, le infrastrutture e il nostro patrimonio naturale. Il tempo delle scelte è adesso».

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