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18 Aprile 2023 - 06:16
Il LIngotto
Da storica fabbrica di automobili a cassaforte per gli investimenti. Il Lingotto cambia (ancora una volta) pelle. E dopo essere stato un luogo cruciale nella storia produttiva, trasformatosi in sede fieristica e centro commerciale, diventa sede della società di gestione patrimoniale del gruppo Exor.
Ad annunciarlo John Elkann nella lettera agli azionisti. «Sotto la guida di Enrico Vellano, Lingotto inizierà la sua vita quest’anno come società di gestione patrimoniale alternativa interamente controllata, con circa 2,5 miliardi di euro di asset in gestione, grazie al contributo paritario di Covéa ed Exor». Proprio al Lingotto si terrà il 30 novembre l’Investor Day di Exor. «Ci ritroveremo quest’anno - scrive Elkann agli azionisti - al Lingotto, la gigafabbrica Fiat inaugurata un secolo fa, nel 1923. Siamo consapevoli del significato di Lingotto, e ci auguriamo che la scelta di questo nome storico sia di buon auspicio per la nostra società di gestione patrimoniale. Lo stesso magnifico edificio, elogiato dall’architetto di fama mondiale Le Corbusier, è diventato un simbolo di rinnovamento negli ultimi decenni: vogliamo dunque al più presto condividere con voi la sua bellissima storia e il suo futuro». Dalla storia dell’auto alle rendite finanziarie. E agli investimenti nei settori più svariati. «Nel 2022 - spiega il nipote dell’Avvocato - abbiamo approfondito la nostra conoscenza nel settore della salute (healthcare) e abbiamo investito quasi un miliardo di euro. È un settore - spiega - che continuerà a crescere nei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana».
Nella lunga missiva, Elkann ringrazia il presidente uscente, Ajay Banga, nominato alla Banca mondiale, accoglie il suo successore, l’indiano Nitin Nohria. E poi snocciola i dati di un anno eccezionale per la holding di famiglia, che ha chiuso il 2022 con un utile consolidato di 4,2 miliardi di euro rispetto a 1,7 miliardi di euro del 2021, anche grazie alla plusvalenza netta realizzata dalla cessione di PartnerRe (2,4 miliardi). Risultati «record» anche per Stellantis e Ferrari. Pessimi, invece, per la Juventus che, ricorda, «ha registrato una perdita significativa di 239 milioni nell’anno e, per la prima volta dal 2011 la squadra maschile non ha vinto nessun titolo».
Ma non sono i risultati sportivi a turbare Elkann. Che spiega: «Sono state le azioni legali contro il club che hanno finito per occupare il consiglio di amministrazione della società, che si è riunito 18 volte nel corso dell’anno. Il livello di pressione - prosegue la lettera - è cresciuto tanto che il consiglio di amministrazione ha deciso di rassegnare le dimissioni per consentire alla società di tutelarsi nel modo più efficace contro accuse che vanno da presunte irregolarità contabili alle comunicazioni imprecise ai mercati finanziari relative prevalentemente alla compravendita di giocatori e agli accordi sugli stipendi degli stessi». Ma «la Juventus - sottolinea Elkann - nega ogni illecito».
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