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Il colloquio
19 Aprile 2023 - 07:30
La moglie del vigilante eroe, Ester, con il braccio il figlio di 2 anni
«Gli ho detto tante volte di non rincorrere i rapinatori. Ma lui mi rispondeva sempre: “E’ il mio lavoro, non posso far finta di niente”».
Ester tiene per mano il suo bimbo più piccolo, Igor, di appena due anni. E sorride amara mentre parla del marito Nosa, nato in Nigeria nel 1976 ma trasferito da tempo in Italia e a Torino per “cercare fortuna”.
Ora sono più di nove anni che lavora come addetto alla sicurezza nei supermercati: «Gli era già successo di sventare una rapina ma quella volta se l’era cavata senza danni» racconta la signora alternando l’inglese con l’italiano, che parla ancora a fatica nonostante tanti anni in Italia.
La signora parla poche ore dopo che suo marito ha rischiato la vita fuori dal supermercato cui doveva fare la guardia, l’Eurospin di via Forlì: «Per fortuna ora mio marito sta meglio - sospira Ester, che sul telefono ha salvato Nosa come “Sweetheart”,che si può tradurre come “Tesoro” - Quando lo hanno portato in ospedale, ha provato a parlarmi al telefono ma non riusciva neanche a spiegarsi: un medico ha preso il telefono dalle mani e mi ha raccontato che mio marito era stato accoltellato, aggiungendo che era molto debole e che aveva perso tanto sangue». Per la signora è stato un colpo, anche perché non è potuta andare al San Giovanni Bosco a parlargli: «Poi ieri mattina sono riuscita a vederlo, prima che venisse operato». Cosa le ha raccontato? «Mi ha detto che ha rincorso quell’uomo, che poi si è fermato, si è voltato e l’ha pugnalato più volte: secondo lui, in almeno quattro posti diversi. L’ha colpito anche mentre era a terra, già sanguinante».
Il vigilante eroe nel letto d'ospedale
Ora, per fortuna, il 46enne nigeriano sta meglio: dopo la prima notte al pronto soccorso, è stato trasferito nella terapia semi-intensiva, al settimo piano del San Giovanni Bosco. Infine è stato operato per la “revisione” delle ferite provocate dalle coltellate e ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare. Presto sarà dimesso ma lo spavento di quel momento sarà difficile da dimenticare, sia per lui che per la moglie: «Io gli ho ripetuto mille volte di non inseguire i rapinatori: “In quei momenti scappa e non fare l’eroe”. Ma lui dice sempre che deve difendere il supermercato e la gente che c’è dentro per fare la spesa. E’ il suo lavoro, è grazie a quello che abbiamo il permesso di soggiorno per restare in Italia. Anche se speriamo di avere presto la cittadinanza».
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