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GIORNATA DELL'EUROPA

Viaggio nel cuore dell'Unione europea: sei studenti piemontesi alla scoperta dell'Europarlamento

Le storie dei giovani tirocinanti selezionati dalla Regione per uno "stage" a Bruxelles

Viaggio nel cuore dell'Unione europea: sei studenti piemontesi alla scoperta dell'Europarlamento

I primi sei "stagisti" della Regione Piemonte a Bruxelles

C’è chi a Bruxelles è atterrato appena quattro giorni dopo essersi laureato «per toccare, subito, con mano le politiche comunitarie». Chi voleva conoscere l’Europa e le sue istituzioni dall’interno, non da semplice spettatore «per capire come accorciare le distanze con i cittadini». Chi, più semplicemente, ha colto l’occasione di uno “stage” retribuito da funzionario «per passare dalla teoria studiata sui libri alla pratica delle decisioni politiche che, ogni giorno, influenzano la vita di ognuno di noi». Solo alcune delle motivazioni che hanno spinto sei giovani neolaureati a partire dal Piemonte alla volta dell’Europarlamento, dopo essere stati selezionati tra oltre 700 partecipanti al bando con cui la Regione ha offerto la possibilità di un tirocinio unico «nel cuore dell’Unione europea».

«Questo progetto mi sta permettendo di lavorare sui “dossier” dedicati all’ambiente e, più nello specifico, all’agricoltura» racconta Giacomo Garzotti, 24 anni. «nel futuro potrebbe diventare una concretizzazione del lavoro che spesso ci viene trasmesso solo a livello teorico negli anni dell’università». Stesso discorso che vale per Virginia Giorgi, sua coetanea e “collega” di studi. «Arrivo da un percorso accademico di studi internazionali ed europei, in particolare. Sono nella squadra che si occupa di competitività, comunicazione e coesione con particolare attenzione alle strategie macroregionali» sottolinea Virginia. «Per me si tratta di mettere in pratica ciò che ho studiato rispetto alla comunicazione e le politiche di coesione tra le diverse Regioni dell’Unione europea. Mi sembra di continuare a seguire dei binari su cui mi auguro di poter portare avanti la mia esperienza qui a Bruxelles anche quanto termineremo il nostro tirocinio, a luglio». A settembre, infatti, partiranno dal Piemonte altri giovani come loro che, per un altro quadrimestre, supporteranno il lavoro della Regione al Parlamento europeo. E il bando resterà aperto per tutto il mese di maggio.

Nicholas Serli, 26 anni, dopo la laurea in Storia e la specializzazione in Storia Contemporanea ha scelto di specializzarsi nella cooperazione internazionale. «Mi occupo dell’ambito welfare seguendo gli sviluppi normativi e politici relativi a salute, istruzione e formazione professionale, cercando quando possibile di anticiparli. L’esperienza che stiamo facendo è decisamente interessante perché mi permette di osservare l’Europa da vicino, anche se a volte ci sembra così lontana con le sue istituzioni. Ma, soprattutto, mi ha fatto capire come queste siano formate da uomini in carne e ossa, non da freddi burocrati come spesso si pensa».

Oltre a loro la prima “infornata” di tirocinanti è composta anche da Alice Dell’Ava, Camilla Messour, Emanuele Sotgia. Tra i coordinatori del progetto anche il “policy advisor” della Regione Piemonte, Massimo Lapolla. «Credo sia un’esperienza formativa e professionale preziosa per i nostri giovani e motivati studenti universitari piemontesi. Bruxelles non è lontana e il Piemonte è al centro d’Europa» sottolinea Lapolla, riprendendo lo spirito di un’iniziativa fortemente voluta dal governatore Alberto Cirio. «Visto il crescente rilievo delle politiche Ue, ho voluto che i nostri giovani avessero l’occasione di una esperienza di questo tipo. Ma non tutti possono permettersi i costi di vivere all’estero. Per questo è importante che lo stage sia retribuito, affinché sia davvero una opportunità accessibile a tutti» spiega Cirio, che dal 2014 al 2019 è stato parlamentare europeo, oltre che membro delle commissioni Agricoltura e Sicurezza alimentare, guidando attualmente la delegazione italiana del Comitato europeo delle Regioni. «Credo che aver inaugurato vent’anni fa una sede a Bruxelles sia stata una ottima intuizione. Per contare in Europa bisogna lavorare assiduamente per costruire e consolidare le relazioni».

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