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EMERGENZA SANITARIA

Liste d’attesa infinite e sanità privata: un malato su cinque rinuncia alle cure

In Piemonte raddoppiano i pazienti che fanno a meno di visite e esami diagnostici. E si arriva ad aspettare un anno mezzo per una visita dermatologia o una cataratta

Liste d’attesa infinite e sanità privata: un malato su cinque rinuncia alle cure

Tra il 2019 e il 2021 sono raddoppiati i malati che hanno rinunciato a cure e visite mediche

Un malato su cinque rinuncia a cure, visite e esami diagnostici a causa delle liste d'attesa. Un numero di pazienti che sarebbe raddoppiato tra il 2019 e il 2021 secondo il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure che, sabato prossimo, scenderà in piazza per una grande manifestazione in difesa della sanità pubblica. Il Comitato ha condotto sulla base delle più recenti rilevazioni dell'Istat un'analisi sul triennio a cavallo dell'emergenza Covid, calcolando la quota di popolazione che ha dovuto rinunciare a una visita specialistica o un accertamento diagnostico specialistico - escluse quelle dentistiche, gli esami del sangue o quelli effettuati durante un ricovero ospedaliero o in “day hospital” - ha dichiarato di aver rinunciato per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio, incluse le liste di attesa. «In Piemonte ci sono casi in cui si aspettano 10 mesi per una prima visita dermatologica, quasi un anno e mezzo per una gastroscopia programmabile, dai 12 ai 18 mesi per un intervento alla cataratta».


L’analisi ha messo in luce che tra il 2019 e il 2021 in Piemonte ha dovuto rinunciare ad una visita specialistica ritenuta necessaria è quasi raddoppiata, passando dall’8,7% nel 2019 al 14% nel 2020, sino al 15% nel 2021. Analoghi risultati emergono per la rinuncia agli esami diagnostici: vi rinunciava il 5% della popolazione nel 2019, nel 2021 questo dato è salito al 9%. Mediamente la quota di quanti rinunciano ad effettuare esami diagnostici è inferiore a quella di chi rinuncia alle visite, forse, ritenute meno necessarie. Tra le ragioni della rinuncia, emerge in maniera evidente la problematica della barriera all’accesso costituita dalle lunghe liste di attesa, che solo nell’ultimo anno fanno segnare un aumento del 7%. Nel 2020 dichiaravano di aver rinunciato a causa delle liste di attesa il 12% della popolazione, nel 2021 sono il 19%. Praticamente, un paziente su cinque.

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«L’impossibilità di accedere alle prestazioni sanitarie erogate dal sistema sanitario a causa delle liste d’attesa troppo lunghe ha messo in evidenza un ulteriore aspetto: quello del maggior ricorso ad assicurazioni sanitarie o ai propri risparmi per accedere ai servizi privati» spiegano dal Comitato. In Piemonte, nel triennio considerato, scende dal 27% al 22% la quota di quanti dichiarano di non aver pagato nulla per una visita specialistica e dal 29% al 26% la quota di coloro che sono riusciti ad ottenere la prestazione pagando il ticket. Analoghi risultati emergono tra chi ha rinunciato ad un esame diagnostico: la quota di quanti hanno ricevuto la prestazione gratuitamente scende dal 38% al 33% e dal 39% al 37% la quota di quanti hanno avuto accesso pagando il ticket. Rispetto al 2019 aumenta invece la quota di persone che dichiara di aver pagato interamente a sue spese sia le visite specialistiche (dal 37% nel 2019 al 43% nel 2021) sia gli accertamenti diagnostici (dal 17% al 22% nello stesso periodo).

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