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Il caso Conforti

Uomo nel baule: c'è una donna misteriosa che conosce la verità

La sera della scomparsa l'imprenditore le aveva ricaricato il bancomat con 500 euro. A cosa serviva il denaro? Sparite carta d'identità e patente della vittima

La vittima

Marco Conforti

Marco Conforti non è stato ucciso. Secondo quanto sarebbe emerso dall’autopsia che è stata eseguita ieri dal medico legale Roberto Testi, il tycoon delle scuole guida torinesi sarebbe stato fulminato da un infarto, verosimilmente provocato dall’ingestione di sostanze. Per sapere quali e le quantità, sarà necessario attendere gli esami tossicologici i cui risultati saranno noti solo tra un paio di settimane. Resta qualche dubbio sul momento del decesso che, comunque, viene collocato nella giornata di mercoledì scorso, quattro giorni prima del ritrovamento del cadavere.

E’ altresì verosimile ritenere che quando il corpo di Conforti è stato posto nel baule del suo Suv, l’uomo era già deceduto. Non si sa, almeno allo stato dei fatti, se l’imprenditore abbia parcheggiato la sua auto in via Rovigo, oppure il Suv sia stato portato lì da altri. Un parcheggio a favore di telecamere di sorveglianza, ve ne sono una decina nel raggio di neppure cento metri (ma alcune non funzionano), dove fino a giovedì scorso l’auto, come ha riferito un testimone alla polizia, certamente non c’era. Non si sa se l’imprenditore, dopo la gita a Varazze a bordo della sua Ferrari, la cena con gli amici a base di pesce al ristorante “L’esca” in zona “Gran Madre” e la notte trascorsa al “Samara’s” insieme alla sua fidanzata russa e all’amico Frank, si sia poi allontanato da solo per rincasare oppure avesse un appuntamento.

Sia Frank che l’amica russa hanno dichiarato di averlo lasciato (vivo) a notte fonda. C’è poi un ulteriore enigma: nell’auto e nei vestiti dell’uomo non è stato trovato alcun documento di identità (ma il portafoglio sì), neppure la patente che il manager di una scuola guida dovrebbe sempre portare con sè. Infine, quel bonifico sospetto di 500 euro effettuato con il telefonino nell’ultima notte di vita su una carta prepagata di una donna (che la squadra mobile avrebbe identificato), lascia presagire che dopo il night per Conforti la serata non fosse ancora terminata. Dove si sia recato e con chi, per ora resta un mistero, si possono solo azzardare ipotesi, le più disparate, ma nessuna di essere corrisponde all’immagine dell’uomo descritta dai suoi famigliari, l’ex moglie Serena Panico e la figlia maggiorenne Carola: «Una persona buona e generosa. Una persona perbene» e nessuno accetta di sentir parlare, neppure come ipotesi remota, di droga.

Non si sa se l’imprenditore, dopo la gita a Varazze a bordo della sua Ferrari, la cena con gli amici a base di pesce al ristorante “L’esca” in zona “Gran Madre” e la notte trascorsa al “Samara’s” insieme alla sua fidanzata russa e all’amico Frank, si sia poi allontanato da solo per rincasare oppure avesse un appuntamento

Ora, per ciò che riguarda le indagini, che sarebbero ben più avanti di quanto il silenzio degli investigatori lasci intendere, si attendono i risultati del tossicologico per «avere un quadro certo nel quale Conforti ha perso la vita», spiegano fonti di polizia. Infatti, se per ora si ipotizzano i soli reati di occultamento di cadavere e di omissione di soccorso, la verifica delle sostanze che Conforti aveva nel sangue, consentirebbe di contestare accuse ben più gravi. E nel quartiere dove è stato trovato il cadavere, c’è chi ricorda che, a neppure un centinaio di metri da dove era parcheggiato il Suv, in via Urbino al civico 33, i carabinieri avevano fatto irruzione sgominando un giro di giovanissime prostitute tossicodipendenti, sfruttate da un transessuale finito poi ospite delle patrie galere.

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