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Le indagini

Uomo nel bagagliaio: il giallo della seconda chiave del suv

Nuovi accertamenti tecnici sull'auto della vittima e spuntano nuove ipotesi

La vittima

L'imprenditore Marco Conforti

Le indagini sulla morte dell’imprenditore delle autoscuole Marco Conforti, sembrano, almeno apparentemente, segnare una battuta d’arresto. In realtà gli investigatori della squadra mobile stanno mettendo in fila, uno dietro l’altro, tutti gli indizi raccolti finora e che potrebbero far luce sulla morte dell’uomo. Un decesso che sarebbe avvenuto, secondo quanto accertato dall’autopsia, per un infarto conseguente all’ingestione di sostanze. Ma certo è che il fatto di aver trovato il corpo dell’uomo chiuso nel bagagliaio della sua auto, ha trasformato radicalmente la vicenda, tant’è che per giorni si è sospettato che il tycoon delle autoscuole fosse stato ucciso.

Ora, però, emerge un altro elemento sinistro. Le chiavi del suv sono state trovate all’interno dell’auto accanto al corpo dell’uomo, ma il mezzo era chiuso. Escluso a priori il fatto che l’uomo si fosse chiuso da solo nel portabagagli (tra l’altro l’autopsia avrebbe accertato che quando è stato riposto nel baule Conforti era già cadavere), restano due ipotesi. L’auto si sarebbe chiusa autonomamente dopo qualche minuto, perché così è programmata le centralina del Range Rover (ma non di tutti i modelli), oppure chi ha deposto il cadavere all’interno sarebbe stato in possesso di una seconda chiave. Se quest’ultima ipotesi dovesse risultare veritiera («anche se non è la prima che si segue»), allora potrebbero emergere nuovi retroscena sulle ultime ore di vita dell’imprenditore e su chipossa aver incontrato quella notte.

Quel che sembra certo, è che in via Rovigo il suv sarebbe stato parcheggiato dallo stesso Conforti, perché era solito recarsi in quella zona dove abiterebbe una donna che lui ben conosceva e le cui generalità sarebbero note agli investigatori. Per ora, però, si attendono i risultati dell’esame tossicologico che dovrebbero accertare quali sostanze e in quali quantità, il manager avrebbe ingerito prima di essere colto da infarto. Un colpo al cuore che avrebbe ucciso l’uomo all’istante, rendendo inutile ogni genere di soccorso.

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