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IL CASO
08 Giugno 2023 - 19:25
Il Torino Pride 2022
Venti carri, magliette e spillette col tacco rotto. E' la marea arcobaleno che il 17 giugno coinvolgerà anche Università, Politecnico e i sindacati. Ma a tenere banco nella giornata di oggi, giorno della presentazione del Pride 2023 al Cecchi Point di borgo Aurora, è il duro scontro tra gli organizzatori e la Regione Piemonte.
Si comincia dal caos del patrocinio. Palazzo Lascaris non l’ha concesso ma Marco Giusta, coordinatore del Torino Pride, dichiara: «Il patrocinio? Noi non l’abbiamo chiesto. Non ci sentiamo rappresentati dalle politiche della Regione. Cirio taglia sul welfare, porta la sanità al collasso, infila le associazioni pro-vita nei consultori e le finanzia con un milione, non fa politiche di contrasto al cambiamento climatico e attacca le minoranze oppresse. Stiamo meglio senza il patrocinio della Regione, che fa solo “razzismo istituzionale”».
La replica di Palazzo Lascaris non si è fatta attendere: «I proclami del Pride contro la Regione richiamano il lessico dei centri sociali - ha detto l’assessore regionale Maurizio Marrone -. Noi facciamo razzismo istituzionale? Il Pride ha preso una deriva estremista e gli estremismi hanno bisogno di un nemico, ora il nemico siamo noi». Poi un attacco al Pd: «Il Pd insegue la deriva ideologica gender su utero in affitto e adozioni gay, così perde centro moderato e cattolici che ora si spostano verso di noi».
Insomma, il caos del patrocinio prosegue, anche perché dopo il Piemonte, pure il Lazio non l’ha concesso. Anzi prima ha dato l’ok e poi l’ha revocato. E proprio alla giunta di Francesco Rocca sono arrivate le critiche da parte dell’assessore comunale Jacopo Rosatelli: «Abbiamo scritto alla Regione Lazio perché non capiamo la scelta della revoca del patrocinio da parte di una regione che fa parte di Re.a.dy, una rete che contrasta le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere». Sul patrocinio al Pride si è espressa anche Maria Grazia Grippo, presidente del consiglio comunale: «Il patrocinio della città è un obbligo. Inventarsi un mondo ideale ed evitare di confrontarsi con quello reale significa chiudere gli occhi».
Polemiche a parte, la manifestazione partirà il 17 giugno dalla sede della Circoscrizione 7, ad Aurora, per poi proseguire su corso Emilia, corso Brescia, via Bologna, corso XI Febbraio, corso Regina, rondò Rivella, corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, lungo Po Diaz, corso Cairoli con chiusura finale al Parco del Valentino. Presenti anche Politecnico, Università, infermieri e anche le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil. «Con la nostra partecipazione - dichiarano i sindacalisti - vogliamo testimoniare ancora una volta il forte impegno nella lotta contro ogni forma di discriminazione, a partire dai luoghi di lavoro, e per l’affermazione di importanti diritti civili in favore dell’inclusione sociale e della libera convivenza».
QUI SOTTO, TUTTO IL PERCORSO DEL TORINO PRIDE DEL 17 GIUGNO:
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