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IL FATTO
11 Giugno 2023 - 11:53
Uno studio internazionale, che ha visto la partecipazione attiva della neuroncologia universitaria dell'ospedale Molinette presso la Città della Salute di Torino, attualmente diretta dalla professoressa Roberta Rudà, ha dimostrato che una nuova molecola, la "vorasidenib" è in grado di rallentare la crescita tumorale nel cervello causata dai cosiddetti "gliomi di basso grado". I risultati di questo studio, che ha reclutato 331 pazienti da dieci Paesi e «rivoluzionerà la pratica clinica», sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale New England Journal of Medicine e sono stati presentati in anteprima, nei giorni scorsi, in sessione plenaria all’American Society of Clinical Oncology a Chicago. La neuroncologia dell'ospedale Molinette, avendo partecipato al disegno dello studio e reclutato pazienti, compare tra gli autori della prestigiosa pubblicazione, come unico centro di ricerca italiano e tra i pochi europei.
Il cancro più diffuso tra i giovani
I "gliomi cerebrali" colpiscono circa cinque persone ogni 100mila abitanti. Quelli considerati di "basso grado”, rappresentati da astrocitomi ed oligodendrogliomi, colpiscono maggiormente pazienti giovani tra 20 e 40 anni, sono caratterizzati dalla presenza della mutazione IDH1-IDH2, determinante per la crescita tumorale. Pur non essendo neoplasie maligne, questi tumori, per le caratteristiche infiltrative nel tessuto nervoso sano, non sono suscettibili di una rimozione chirurgica radicale. Nel tempo il residuo tumorale tende a crescere e può evolvere verso forme più aggressive. «Quando il glioma presenta la mutazione IDH produce un metabolita anomalo (oncometabolita) che promuove la crescita e l’infiltrazione tumorale ed è anche implicato nella suscettibilità a sviluppare crisi epilettiche, sintomo frequente ed invalidante di questi pazienti» sottolinea lo studio. «Il farmaco "vorasidenib" è un inibitore specifico per la "terapia target" della mutazione IDH e la sua azione si traduce in un significativo rallentamento della crescita tumorale, consentendo di posticipare la radio e la chemioterapia, attualmente considerate "terapie standard" - puntualizzano dalle Molinette -. Queste terapie possono essere gravate, però, da effetti collaterali importanti, che impattano in modo significativo la qualità di vita di questi giovani pazienti. Invece, il "vorasibenib" - farmaco assunto per via orale - ha dimostrato di essere ben tollerato e, oltre ad avere un effetto sul tumore, sembra essere attivo anche nel ridurre le crisi epilettiche».
Ora il farmaco dovrà seguire le tempistiche del percorso regolatorio che prevedono l’approvazione delle autorità farmaceutiche negli Stati Uniti e in Europa prima di poter essere prescritto ai pazienti con questo tipo di tumore, «ma sicuramente "vorasidenib" apre un nuovo scenario nel trattamento di questi pazienti, lo scenario delle "terapie target" o "terapie di precisione" già diffusamente impiegate in oncologia ma, finora, con un impiego limitato in neurncologia» chiosano dalla Città della Salute e della Scienza di Torino.
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